Ricatto d'amoreTRAMA
Un'editrice, avendo in scadenza il permesso di soggiorno, rischia di essere rimpatriata in Canada, perdendo il posto di lavoro.
Per ottenere la cittadinanza in breve tempo, decide di sposare il suo maltrattato assistente che, ottenendo la promessa di una promozione, accetta di stare al gioco.
Per far sembrare vera la loro storia d'amore, i due vanno dai genitori di lui, e lì s'invertono i ruoli, prima di scoprire di amarsi davvero.
RIFLESSIONI
Sfruttamento dei lavoratori/collaboratori; "immigrazione" e cittadinanza; perdita del lavoro; ma anche il solito gioco delle parti, l'amore dopo essersi conosciuti più approfonditamente, ecc.
NOTE
Trama: L'idea di base è carina. Purtroppo è sempre un'"americanata": banale la scena dei due protagonisti nudi che cadono l'uno sull'altro (scena ricorrente nel cinema hollywoodiano moderno, vedi per esempio "Come d'incanto"...), imbarazzante la scena nella foresta con la nonna pagana, deprimente la scena del matrimonio interrotto e il solito inseguimento per convincere lei a sposare lui.
Fruibilità: ottimo ritmo e a tratti divertente, ma tutte quelle scene idiote, adatte solo al pubblico statunitense (che forse si rispecchia in quei modi di fare, in quelle gag e in quei personaggi), rendono il film poco adatto a chi non si è "americanizzato".
Personaggi: qualcuno si salva, altri decisamente no...
Cultura: rispecchia il degrado culturale già presente negli Stati Uniti dopo decenni di lavaggi del cervello e abbassamento dei livelli psico-morali inculcati tramite cinema e tv (l'Italia segue a ruota questa pratica).
Oltre al fatto che, come già scritto mesi fa, "non viene trattato il tema dei licenziamenti che stanno continuando a colpire sempre più persone in Occidente, lo sfruttamento delle persone (trattate come “risorse”, quindi come merce, come fossero minerali), la disoccupazione, la crisi economica che a tanti non permette di metter su famiglia neanche volendo (e che sta continuando a far arricchire non poco gli stessi che l'hanno causata e che ora si auto-incaricano di risolverla), ecc."
GIUDIZIO
Un'editrice, avendo in scadenza il permesso di soggiorno, rischia di essere rimpatriata in Canada, perdendo il posto di lavoro.
Per ottenere la cittadinanza in breve tempo, decide di sposare il suo maltrattato assistente che, ottenendo la promessa di una promozione, accetta di stare al gioco.
Per far sembrare vera la loro storia d'amore, i due vanno dai genitori di lui, e lì s'invertono i ruoli, prima di scoprire di amarsi davvero.
RIFLESSIONI
Sfruttamento dei lavoratori/collaboratori; "immigrazione" e cittadinanza; perdita del lavoro; ma anche il solito gioco delle parti, l'amore dopo essersi conosciuti più approfonditamente, ecc.
NOTE
Trama: L'idea di base è carina. Purtroppo è sempre un'"americanata": banale la scena dei due protagonisti nudi che cadono l'uno sull'altro (scena ricorrente nel cinema hollywoodiano moderno, vedi per esempio "Come d'incanto"...), imbarazzante la scena nella foresta con la nonna pagana, deprimente la scena del matrimonio interrotto e il solito inseguimento per convincere lei a sposare lui.
Fruibilità: ottimo ritmo e a tratti divertente, ma tutte quelle scene idiote, adatte solo al pubblico statunitense (che forse si rispecchia in quei modi di fare, in quelle gag e in quei personaggi), rendono il film poco adatto a chi non si è "americanizzato".
Personaggi: qualcuno si salva, altri decisamente no...
Cultura: rispecchia il degrado culturale già presente negli Stati Uniti dopo decenni di lavaggi del cervello e abbassamento dei livelli psico-morali inculcati tramite cinema e tv (l'Italia segue a ruota questa pratica).
Oltre al fatto che, come già scritto mesi fa, "non viene trattato il tema dei licenziamenti che stanno continuando a colpire sempre più persone in Occidente, lo sfruttamento delle persone (trattate come “risorse”, quindi come merce, come fossero minerali), la disoccupazione, la crisi economica che a tanti non permette di metter su famiglia neanche volendo (e che sta continuando a far arricchire non poco gli stessi che l'hanno causata e che ora si auto-incaricano di risolverla), ecc."
GIUDIZIO
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