giovedì 21 gennaio 2010

Natale a Beverly Hills

"Natale a Beverly Hills"


Si tratta del solito cinepanettone annuale, da una visione e via, con intreccio di varie storie sopra le righe.
Il livello culturale è infimo, con volgarità e gag di terz'ordine.
Ancora in programmazione a Roma.

A fine dicembre c'era stata una polemica che l'ha coinvolto. Riporto un pezzo dell'articolo pubblicato sul "Fatto Quotidiano" del 27/12:
...per il ministero dei Beni Culturali merita un milione e mezzo di fondi pubblici e robuste agevolazioni fiscali perché di “interesse culturale”. Definizione complicata per una pellicola colma di battutacce e doppi sensi. Ma le norme del dicastero di Bondi, fautore dei feroci tagli al Fus, parlano chiaro. Se il film supererà i 20 milioni di incasso, il finanziamento sarà automatico, così come un credito d’imposta del 15% sulle spese per la pellicola, costata tra i 10 e i 12 milioni. Così prevede il decreto Urbani del 2004. Il produttore, De Laurentiis, attende fiducioso.
Dopo (anche) questa infelice presa di posizione del Ministero, la fondazione di Gianfranco Fini, Farefuturo, ha proposto di boicottare il film. Nonostante tutto, però, nella prima settimana di programmazione "Natale a Beverly Hills" ha incassato 14 milioni di € ed ormai si appresta a superare i 20 milioni d'incasso.

Sulla questione si è espresso anche Carlo Verdone sul Fatto Quotidiano del 31/12:
In effetti il marchio d’essai lascia basiti. Ma a me quello che fa paura è un’altra cosa e cioè che rischiamo di diseducare un pubblico popolare al racconto cinematografico complesso, di qualità. L’abuso della parolaccia alla fine è il segnale che si teme di aver fatto un film debole. E allora gli dai dentro. Ma Christian non ne avrebbe bisogno. In Totò e Peppino non esisteva l’ombra di nessuna volgarità: per questo resteranno immensi.
Alla fine, la questione è semplice. Il trash in Italia non è nato con i cinepanettoni. Il personaggio di Pierino e simili hanno fatto storia, ed ora i B-Movie degli anni '70 vengono presi come film caratteristici di un tipo di produzione nazionale.
Negli anni '70, però, l'Italia sapeva produrre sia il trash che film di qualità con rilevanza internazionale; come anche gli Stati Uniti producono tuttora sia trash (come "American Pie", arrivato a 7 l'anno scorso), sia grande cinema (ultimo esempio "Avatar").
Ora, non è necessario sopprimere il cinepanettone che è ormai una tradizione.
Basta indirizzare i fondi pubblici a produzioni che hanno meno possibilità economiche, ma che possono riportare il Cinema italiano all'attenzione internazionale. Senza sprecare fondi pubblici per film annuali che possono ampiamente auto-sostenersi e il cui ripianamento dei costi è assicurato (per i privati).
Ma non sarà il semplice boicottaggio di qualche spettatore ad invertire la rotta (ed infatti gli incassi ci sono stati lo stesso).
La soluzione è semplice: basta evitare di continuare a votare quelli che agiscono in modo irresponsabile. Ma, allo stesso tempo, bisognerebbe andare a votare in modo tale da evitare che vengano eletti anche senza il proprio voto.

VALUTAZIONI:
Trama: da cinepanettone.
Godibilità: divertente, se si regge un certo tipo di gags.
Attori e personaggi: improbabili, sia i personaggi che certi attori. Michelle Hunziker non si può includere nella categoria degli "attori".
Cultura: trash.

GIUDIZIO

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