venerdì 25 settembre 2009

Oil

Segnalo un altro film, "Oil", di Massimiliano Mazzotta.
Si tratta di un documentario che tratta dell'inquinamento prodotto dalle raffinerie in Sardegna, delle condizioni dei lavoratori e dei possibili legami tra i fumi delle raffinerie e l'incidenza tumorale o le affezioni alle vie respiratorie.
Con questo film, Mazzotta ha vinto la seconda edizione dell'Ecologico International Film Festival “per la rabbia militante con cui documenta la delittuosità di un sistema industriale (come si legge nelle motivazioni della Giuria).
Il documentario, però,
è stato oggetto di censura in un altro festival ed è in corso un contenzioso tra la Saras (dei fratelli Moratti) e il regista in sede giudiziaria civile per impedirne la diffusione.
(L'Espresso blog)
Di "Oil" si è parlato anche sul primo numero del nuovo quotidiano nazionale "Il Fatto Quotidiano":

C'è un film invisibile come i tumori degli abitanti di Sarroch, propaggine di Cagliari, sede della Saras, la più grande raffineria del Mediterraneo edificata per volontà di Angelo Moratti quasi mezzo secolo fa: la Sardegna lasciò passare lo “s t ra n i e ro ” il 24 maggio del 1962. “Oil” è lo sconvolgente racconto di un cataclisma sociale, l’odore del petrolio in presa diretta. Scava dentro i dubbi, declina risposte scomode, insinua soprattutto una stretta relazione tra l’incidenza tumorale e i fumi che colorano il paesaggio di una riserva naturale trasformata in polo petrolchimico allargato (Saras, Polimeri Europa, Sarlux, Sasolo, Air Liquide, Enichem). Ipotesi e riflessioni che a Massimiliano Mazzotta, documentarista leccese di 37 anni, stanno cambiando l’esistenza. Per girare e autoprodurre “Oil”, ha speso 15.000 euro. Meno, molto meno di quanto gli avvocati di Saras Raffinerie Sarde S.p.a, non pretendano da lui per aver prospettato fatti “totalmente difformi dal vero”. E’ un uomo in fuga. “Non vivo da otto mesi. Quando sbarco in Sardegna, mi sento come un terrorista. Tribunali, udienze, citazioni. Prima di questa esperienza, non sapevo neanche cosa fosse uno studio legale”. Stamane, in un’aula cagliaritana di giustizia, si discuterà del sequestro probatorio dell’opera. E’ la prima volta che un giudice si pronuncia su “Oil” e la decisione, potrebbe suonare già d e fi n i t i va . L’idea di ragionare sulla Saras, a Mazzotta venne durante una vacanza sarda del 2007. Accese la telecamera ad agosto. Centotrenta ore di materiali, rifiutate da grandi distribuzioni e piccole rassegne. Rari inviti, retromarce inattese, dinieghi impauriti. Così “Oil” è scivolato rapidamente nell’anonimato. Al festival di Arenzano, periferia di Cannes, cinque giorni fa, la pellicola è rimasta nella “pizza”. Merito di una diffida preparata per conto della famiglia Moratti dagli avvocati Miglior Chessa e Luminoso. Un sentiero fitto di appigli procedurali e conclusioni che al termine della lettura, sembrano evocare lo spettro della censura. A Sarroch, Il “Todo modo” del nuovo millennio, non l’ha visto quasi nessuno. Mazzotta non è il regista Elio Petri e un colpevole certo, a Sarroch e dintorni, non è stato individuato. La diffusione dell’opera ha avuto afrori semiclandestini. Un’affollata proiezione in un bar e il rabbioso imbarazzo del sindaco di centrosinistra Mauro Cois: “La demagogia non serve a nulla. La mia amministrazione lavora da due anni a un’indagine epidemiologica che su base scientifica farà luce sulla vicenda. Il signor Mazzotta sprofonda nel facile sensazionalismo per pubblicizzare se s tesso. E’ un salto logico che io non mi posso permettere”. Cois ha visto “Oil” tre volte, quando gli chiedi se l’indagine abbia identificato un nesso tra raffineria e mali incurabili, si irrita. “Non le do la liberatoria per l’intervista, legga gli atti”. Poi saluta. Ha fretta. L’indagine condotta dal professor Biggeri, ordinario di Statistica medica all’università di Firenze sui decessi avvenuti a Sarroch tra l’81 e il 2001, elenca cifre e dati. Una minore mortalità rispetto alla media regionale per le malattie cardiovascolari, ma maggiore del due per cento, se si analizzano tumori e affezioni alle vie respiratorie. Percentuale che cresce esponenzialmente, analizzando il lasso temporale tra 2001 e 2003. Più 17 per cento. Mazzotta non polemizza con Cois: “Capisco i suoi timori. Mi ha raccontato che la Saras, che occupa quasi tre volte lo spazio fisico del paese, versa al comune 2.500.000 euro l’anno di solo Ici”. “Oil” fa paura. Parla di fumo, disperazione, oblìo. Di sicurezza negata e propaganda. Descrive la colonizzazione di un pezzo d’Italia costretto a patti dalla povertà. Da avamposto agropastorale, a promessa di modernità, il borgo è cresciuto con la Saras. Di pari passo, legando il proprio destino alle emissioni di benzene. Là dove non c’era niente, oggi si trova lavoro per tutti. Milleottocento posti fissi e un indotto che con l’appalto alle numerose ditte esterne che si avvicendano nel rischioso andirivieni tra esalazioni e cisterne, “solle va” la depressione dell’intero Sud Sardegna. Mazzotta ha chiesto le autorizzazioni per accedere all’impianto. Incredibilmente, gli sono state concesse. Secondo i legali di Moratti con dolo e slealtà. “Mi hanno sottovalutato. Ritenevano impossibile che un signor nessuno creasse danni”. Un baco nel sistema che gli ha permesso di addentrarsi in una realtà difficile: “Dove i controlli medici sui lavoratori si svolgono a bordo di roulotte, gli orari dei turni non permettono distrazioni e si muore, come nel maggio 2009”. Tre operai caduti sul lavoro, mentre pulivano l’impianto di desolforazione. In “Oil”, i responsabili della Saras, parlano a lungo. C’è spazio per le riflessioni dell’ex responsabile della comunicazione Giorgio Zonza (al suo posto ora recita Stefano Filucchi, ex poliziotto, membro dell’Osser vatorio sulla sicurezza negli stadi al Viminale e vice direttore generale dell’Inter, in visita allo stabilimento con i calciatori Chivu e Cordoba, il 19 settembre). Zonza discute di “p ro - gre s s o ” e mostra un gabbiano giocattolo. Gabì, utilizzato sui banchi delle elementari di Sarroch e disegnato in pubblicazioni ad hoc (“Alla scoperta della Saras”) come simbolo di amicizia infantile, mentre tira un calcio al pallone, magnifica l’espansione dell’azienda: “E’ grande come trecento campi di calcio” e suggerisce suadente ai bambini: “La parola magica è petrolio”. In 47 anni, non è cambiato niente. Dagli spot in pellicola degli albori, tono da cinegiornale e sorti progressive disegnate da una voce fuori campo: “La raffineria è pronta (...) la gigantesca candela simbolo delle raffinerie, arderà perennemente nel cielo sardo per terra e per mare” ad oggi. La fiamma, in effetti, brucia. Nell’atto di citazione che invita Mazzotta a comparire, i legali sbandierano le certificazioni europee (Iso 14001 e Emas) su ambiente e sicurezza che mettono la Saras al riparo dalle contestazioni. Ma a Sarroch il pesce sa di nafta e i bambini, secondo il professor Biggeri, hanno subito modificazioni “pur reversibili” del Dna. Se il film fosse veicolato, il danno d’immagine per una famiglia impegnata in attività sociali e ambientali, sarebbe enorme. Come dice Gianmarco Moratti, nelle sequenza finale: “La Saras è la nostra famiglia”. E nel clan, spazio per chi non spegne la telecamera, non si intravede.

Il Fatto Quotidiano

mercoledì 23 settembre 2009

The Age Of Stupid

"The Age of Stupid", di Franny Armstrong, è un fanta/documentario ibrido ambientato nel 2055, quando le ultime persone vive su una Terra devastata guardano le immagini del 2008 chiedendosi: "perché non abbiamo fermato il cambiamento climatico quando ne avevamo la possibilità?"

Il lancio mondiale della pellicola c'è stato il 21 settembre a New York, alla presenza di Kofi Annan.
Il 22, invece, c'è stata la première che ha coinvolto 40 paesi di tutto il mondo: all'evento, per il quale è stato disteso un tappeto verde, il cinema di New York alimentato ad energia solare è stato collegato via satellite con altri 442 cinema degli Stati Uniti e più di 200 cinema in oltre 45 paesi.
C'è stata anche l'esibizione di Moby e Thom Yorke.
Grazie alla connessione satellitare, oltre ad aver risparmiato sulla produzione e sulla distribuzione delle pellicole, c'è stato un enorme risparmio di emissioni di Co2.



The Age of Stupid (L'Era degli Stupidi) comprende il periodo che va dall'ascesa dei motori a combustione interna fino al superamento del limite di 2 C° nella corsa al riscaldamento globale (all'incirca 1850 - 2020)". Così è scritto in un libro di storia del futuro...

Il protagonista, Pete Postelethwite è un anziano signore nel mondo devastato del 2055, guardando un archivio fotografico del 2008 si chiede "Perchè non abbiamo arrestato il cambiamento climatico quando ne avevamo la possibilità?"

Il film, frutto dell'impegno di produttori indipendenti inglesi, sarà in prima mondiale martedì 22 settembre.

Non perdere l'occasione, vai a vedere Age of Stupid e promuovine la diffusione, con il passaparola, con i social network... Il film infatti non è supportato da una tradizionale struttura di distribuzione.


Il film è sostenuto anche da Greenpeace e WWF per il suo messaggio coinvolgente in vista del Summit sul clima di Copenhagen che si svolgerà a dicembre. Il film sarà proiettato in centinaia di cinema in più di 40 paesi dall’Europa all’Asia, dal Medio Oriente all’Africa, in molte sale addirittura simultaneamente. Nei paesi in cui i cinema non potranno partecipare, ci saranno delle “mini anteprime”, presso luoghi di ritrovo e altri locali non tradizionali, organizzate da volontari di tutto il mondo.

WWF e Greenpeace:

"Invitiamo tutti ad andare a vedere questo nuovo film, coinvolgente e capace di creare le connessioni tra la nostra vita quotidiana e il problema dei cambiamenti climatici. Invitiamo gli spettatori ad accostarsi all'opera con la forza dell'ottimismo della volontà: il clima che cambia è certamente un tema drammatico, e il nostro modo di vivere spesso è illogico e stupido, ma abbiamo l'occasione di fermarci in tempo, evitare gli effetti più drammatici e incontrollabili del riscaldamento globale e correggere le grandi storture della nostra epoca. Altrimenti la nostra sarà inevitabilmente ricordata come l’Era degli Stupidi, che sapevano e hanno fatto finta di niente".

L’evento centrale sarà a New York, nel programma ufficiale della “Settimana del clima” promossa dall’ONU.

L’anteprima sarà presentata da Kofi Annan, Gillian Anderson, l’attore protagonista Pete Postlethwaite, e i registi Franny Armstrong e Lizzie Gillett. Chiunque in tutto il mondo avrà la possibilità di partecipare all’evento The Age Of Stupid acquistando biglietti per una delle centinaia di anteprime mondiali nel proprio paese.

The Age of Stupid è una produzione collettiva, nel senso che il budget del film, di 450.000 dollari, è stato finanziato da 223 individui e gruppi preoccupati per i mutamenti climatici..

Si tratta di gruppi di ogni tipo, da una squadra di hockey a un centro benessere femminile, e ciascuno di loro possiede una percentuale del film. L’anteprima di The Age of Stupid nel Regno Unito non ha richiesto la connessione alla rete elettrica principale, essendo alimentata con successo soltanto da pannelli solari e producendo soltanto l’1% delle emissioni di anidride carbonica di una normale anteprima in stile hollywoodiano. Con 62 proiezioni in simultanea del film, l’anteprima nel Regno Unito è entrata nel Guinness dei primati come la più grande anteprima cinematografica in simultanea. Nella prima settimana di apertura, Stupid è risultato il primo film sugli schermi, battendo Duplicity, con Julia Roberts, e The Millionaire.

Franny Armstrong, regista del film:

"La nostra risposta al mutamento climatico definirà la nostra generazione, allo stesso modo in cui finire l’apartheid, bandire la schiavitù o raggiungere la luna ha definito le generazioni passate. Al momento, stiamo vivendo nell’era della stupidità, The Age of Stupid, ma siamo ancora appena in tempo per cambiare le cose".
(WWF.it)

martedì 22 settembre 2009

Videocracy

Videocracy è un film documentario sull'Italia.

È un'analisi del potere della televisione e di come essa influenzi comportamenti e scelte della popolazione italiana, di come essa sia entrata nella vita quotidiana come principale fonte di informazione per la quasi totalità delle persone. Gandini focalizza l'attenzione soprattutto sull'impero mediatico di Silvio Berlusconi e su come questo sia la fonte del suo potere politico. Il documentario non approfondisce la vicenda berlusconiana ma si evolve per suggestioni, evidenziando la penetrazione sociale dei valori promossi dalla televisione commerciale. Nel documentario sono presentati, come personaggi paradigmatici della videocrazia e della perdita dei valori sociali, Lele Mora (che a fine film pronuncerà il 'basta apparire' che compare nel titolo) e Fabrizio Corona.
(Wikipedia)


Dopo che è stata negata la possibilità di pubblicizzare il film sulle televisioni nazionali, il film è approdato in poche decine di sale cinematografiche in tutto il territorio nazionale (dove rimangono spesso non più di una settimana).
Interessante vedere anche i trailer censurati ed ascoltare l'intervista al regista Erik Gandini e a Domenico Procacci della Fandango.


venerdì 18 settembre 2009

Nassiryia - Per non dimenticare

Dopo l'attentato a Kabul che è costato la vita ad altri 6 militari italiani, su Canale 5 è stato trasmesso "Nassyryia - Per non dimenticare", film sulla strage del 2003 in Iraq.
Il nostro pensiero va certamente a tutte le famiglie delle vittime, di questa strage come di quelle passate, ed esprimiamo il nostro più profondo cordoglio alle famiglie dei militari.

Dopo quest'altra strage in Afghanistan, però, è inevitabile una riflessione su questa missione di guerra.
Per quanto si tratti di un buon film, la riflessione proposta da Canale 5 non può essere soddisfacente.
Ricordiamo, ad esempio, che l'"Operation Iraqi Liberty" ("O.I.L.") non aveva sicuramente come scopo la lotta al terrorismo o "l'esportazione della democrazia". Su questo, il film lascia parecchio a desiderare, visto che non effettua alcuna vera analisi e non presenta punti di riflessione concreti.
Probabilmente, invece di una fiction stereotipata e propagandistica, quello che sarebbe stato giusto trasmettere sarebbe stato un documentario che analizzasse i motivi per cui i militari erano lì e che indagasse sulle reali funzioni assegnate loro.
Invece di una fiction, è consigliabile, dunque, guardare un documentario come il "Reportage" visibile su Google Videos, per riflettere su cosa abbia spinto davvero ad intervenire in quelle zone.
Mentre qualcuno dice di seguire una fantomatica "Strategìa della Vittoria" sbandierata nei talk show, per uno Stato che "ripudia la guerra" sarebbe forse il caso di smetterla di appoggiare una "missione d'affari" criminale e ritirare l'esercito da questa guerra che dura da ormai 8 anni, soprattutto quando i motivi del coinvolgimento e le funzioni delle parti coinvolte restano oscure.

domenica 13 settembre 2009

Festival di Venezia 2009

FESTIVAL DI VENEZIA

Riporto i premi assegnati ieri alla serata conclusiva del Festival di Venezia.

66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica

Direttore Marco Müller

2 > 12 settembre 2009

Premi ufficiali

La 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica si è svolta dal 2 al 12 settembre 2009.
Le Giurie Internazionali hanno assegnato i seguenti premi:
Venezia 66
- Leone d’Oro per il miglior film: Lebanon di Samuel MAOZ (Israele, Francia, Germania)
- Leone d'Argento per la migliore regia: Shirin NESHAT per il film Zanan bedoone mardan (Women Without Men) (Germania, Austria, Francia)
- Premio Speciale della Giuria: Soul Kitchen di Fatih AKIN (Germania)
- Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Colin FIRTH nel film A Single Man di Tom FORD (Usa)
- Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Ksenia RAPPOPORT nel film La doppia ora di Giuseppe CAPOTONDI (Italia)
- Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente: Jasmine TRINCA nel film Il grande sogno di Michele PLACIDO (Italia)
- Osella per la miglior scenografia: Sylvie OLIVÉ del film Mr. Nobody di Jaco Van Dormael (Francia)
- Osella per la migliore sceneggiatura: Todd SOLONDZ per il film Life During Wartime di Todd SOLONDZ (Usa)

Orizzonti
- Premio Orizzonti al film Engkwentro di Pepe DIOKNO (Filippine)
- Premio Orizzonti Doc: 1428 di DU Haibin (Cina)
- Menzione Speciale: Aadmi ki aurat aur anya kahaniya (The man’s woman and other stories) di Amit DUTTA (India)
Controcampo Italiano
- Premio Controcampo Italiano: Cosmonauta di Susanna NICCHIARELLI (Italia)
al regista Kodak offrirà inoltre un premio del valore di 40.000 Euro in pellicola cinematografica negativa nei formati 35 o 16mm (a discrezione del vincitore) che gli permetterà di girare un altro lungometraggio.
- Menzione Speciale: Negli occhi di Daniele ANZELLOTTI e Francesco DEL GROSSO (Italia)

Corto Cortissimo (Premi assegnati il 10 settembre 2009)
- Leone Corto Cortissimo al film Eersgeborene (First Born) di Etienne Kallos (Sud Africa, Usa)
- Candidatura Mostra di Venezia per gli European Film Awards (EFA): Sinner di Meni Philip (Israele)
- Menzione speciale: Felicità di Salomé Aleksi (Georgia)
Premio “Luigi De Laurentiis" per un'Opera Prima
Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima (Luigi De Laurentiis): Engkwentro di Pepe DIOKNO (Filippine) - ORIZZONTI
Nonché un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.



Premio Persol 3-D per il miglior film 3-D stereoscopico dell’anno (Premio assegnato l'11 settembre 2009)
- Premio Persol 3-D al film The Hole di Joe Dante (Usa)


Alla fine, dunque, l'Italia ha ottenuto i premi per le migliori interpretazioni femminili, con Ksenia Rappoport in "La doppia ora" e con Jasmine Trinca in "Il grande sogno".

Quando riuscirà, il Cinema italiano, a tornare ai livelli di film come "Il buono, il brutto e il cattivo" (trasmesso ieri in TV), tornando ad essere un punto di riferimento per il Cinema mondiale e tornando ad avere la possibilità di esaltare e valorizzare concretamente i grandi talenti nostrani? Possibile che la professionalità di attori e attrici italiani di altissimo livello continuino ad essere sprecati in produzioni insignificanti, irrilevanti e che sicuramente non troveranno l'interesse neanche tra il pubblico nazionale? Davvero, ottenere successo internazionale sarebbe tanto negativo per il nostro Paese?
Mah.

venerdì 11 settembre 2009

La doppia ora - Buone impressioni

Le buone impressioni suscitate da "La doppia ora" di Giuseppe Capotondi (uno dei due film italiani interessanti di questa stagione autunnale) trovano ulteriori conferme dalla reazione che si è vista dopo la sua proiezione al Festival di Venezia.

Il film racconta dell'incontro tra una cameriera in un hotel e un guardiano. Tra i due c'è sùbito un'intesa profonda, ma la storia d'amore viene bruscamente interrotta dalla morte dell'uomo durante una rapina. Le indagini della polizia faranno emergere che nessuno dei personaggi indagati è quello che sembra...


Dopo la proiezione di giovedì, "La doppia ora" ha riscosso gli applausi anche della stampa straniera.
Per quanto riguarda il fatto che questo Thriller non sembra un'opera italiana, il regista ha accettato (giustamente) in modo positivo e come un complimento questo tipo di osservazione, visto che sembra siano stati in parecchi ad aver avuto questa stessa impressione.
Capotondi ha dichiarato "Essere a Venezia è una sensazione mista di orgoglio e paura. Sono grato a Marco Mueller per avermi voluto qui, ma non sono certo al livello di Werner Herzog. Per il mio film e per gli stilemi del thriller e del noir, mi sono ispirato al cinema di Polanski, al primo Dario Argento e Lucio Fulci per quanto riguarda le atmosfere thriller e a Cassavetes per il lavoro sugli attori, ma anche a tutti quegli autori che indagano sull'anima."

E domani, sabato 12 settembre, c'è l'ultima giornata del Festival di Venezia.

giovedì 10 settembre 2009

Autunno 2009 al Cinema

Un autunno ricco di ottimi film è quello che si presenta quest'anno per gli appassionati della settima arte.

Da Hollywood giunge come sempre l'offerta più variegata e attraente per il grande pubblico. Già solo a settembre sono presenti titoli importanti con registi e attori di primo livello.

  • Woody Allen da regista e sceneggiatore, presenta la commedia psicologica “Basta che funzioni” (18 settembre) in cui un uomo in crisi conosce una donna con cui inizia una storia d'amore che li porta al matrimonio, ma con l'arrivo della madre di lei ecco che il pessimismo torna a farsi largo nella mente del protagonista.

  • The informant” (18 settembre) di Steve Soderbergh mostra un Matt Demon ingrassato, invecchiato, con occhiali e baffi, che si cimenta nel classico film sugli infiltrati per caso. Interpreta, infatti, un biochimico che viene scelto dall'FBI per smascherare le frodi di una multinazionale. Nonostante il fatto che questo film si aggiunge ad un già ricco filone di questo genere, l'atmosfera e il ritmo può far passare un paio di ore piacevoli.

  • Un film drammatico ma di sicuro interesse è “La custode di mia sorella” (già distribuito dal 4 settembre) di Nick Cassavetes, che oltre a firmare la regia ha anche collaborato alla sceneggiatura. Il film, che mostra per la prima volta la brillante Cameron Diaz in un ruolo drammatico, racconta di una coppia di genitori che, per poter effettuare il trapianto di midollo spinale alla loro primogenita malata di leucemia, decide di concepire una seconda figlia il cui corredo genetico sia compatibile. Nonostante il buon rapporto che si instaura tra le due figlie, la secondogenita, all'età di 11 anni decide di interrompere le terapia e fare causa ai genitori. La svolta drammatica spinge a riflettere su alcuni problemi etici, morali e giuridici che ormai sarà difficile rimandare ancora di affrontarli. Caso più unico che raro, in Italia è stato vietato ai minori di 14 anni a causa delle tematiche molto profonde.

  • Torna ad avere successo al botteghino statunitense Sandra Bullock grazie alla commedia sentimentale “Ricatto d'amore” (già distribuito dal 4 settembre), in cui interpreta un'editrice che, per evitare il rimpatrio, organizza un matrimonio farsa con un subalterno che per anni ha maltrattato. Per far sembrare credibile la loro storia, la protagonista va a conoscere i genitori di lui in Alaska, dove però i ruoli si ribalteranno.

    [Certo, non viene trattato il tema dei licenziamenti che stanno continuando a colpire sempre più persone in Occidente, lo sfruttamento delle persone (trattate come “risorse”, quindi come merce, come fossero minerali), la disoccupazione, la crisi economica che a tanti non permette di metter su famiglia neanche volendo (e che sta continuando a far arricchire non poco gli stessi che l'hanno causata e che ora si auto-incaricano di risolverla), ecc.]

  • Il cinema statunitense non fa mancare neanche il genere fantascientifico grazie a “Segnali dal futuro” (già distribuito dal 4 settembre) con un'altra star hollywoodiana: Nicolas Cage. Nel film vengono ritrovati dei fogli di una scuola elementare del 1959 su cui fu chiesto ai bambini di disegnare la loro idea del futuro. Su uno di questi fogli, però, si scopre che una bambina aveva scritto le date delle più grandi catastrofi planetarie e il relativo numero esatto di vittime. Una delle profezie prevede un altro futuro disastro globale...


Anche nei mesi successivi non mancherà grande cinema.

Ad ottobre uscirà:

  • il documentario “Capitalism: a love story”, la nuova opera di Michael Moore che guarda con occhio critico al sistema capitalista Occidentale che ha portato alla più grande crisi economico-finanziaria-umanitaria globale della storia.

  • Il corpo di Jennifer” (23 ottobre) con Megan Fox, è classificato come commedia nera, (ma forse sarebbe meglio dire “genere demoniaco-sanguinario”?) genere ormai molto in voga ad Hollywood. In questo caso la protagonista è una ragazza-demone che attrae giovani compagni di scuola per poterli divorare, dato che lei si nutre di carne umana.

  • Torna anche Quentin Tarantino con “Bastardi senza gloria” (2 ottobre), classificabile come film di guerra, con cui Brad Pitt diventa un generale della Francia occupata dai nazisti nel 1940 che va a caccia di nazisti.

  • Molto interessante è poi il thriller “Shutter Island” (2 ottobre, forse), che vede di nuovo la collaborazione tra il regista Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio. Il film, tratto dal romanzo omonimo di Dennis Lehane, mostra due agenti di polizia che restano bloccati in un carcere su un'isola, dove devono indagare per la scomparsa di una detenuta.

  • C'è spazio anche per il film d'animazione “9” (9 ottobre), prodotto da Tim Burton. La trama è tratta da un cortometraggio del 2005 che ottenne una nomination agli Oscar. Ambientato in un mondo parallelo post-apocalittico in cui l'umanità è minacciata, delle bambole di pezza viventi tentano di salvare una di loro.


A novembre, invece:

  • Da Hollywood giungerà anche un nuovo kolossal, ambientato nel periodo della Grande Depressione del '29. Riprende un po' il filone gangster in stile “Il padrino”, che esalta e giustifica la criminalità. E' “Nemico pubblico”, dietro il cui titolo si nasconde Johnny Depp (nei panni del protagonista) diretto da Michael Mann.

  • Twilight-New Moon” è il secondo capitolo della saga vampiresca adolescenziale.

  • C'è anche l'ambientalista “2012” di Roland Emmerich, con cui si torna a parlare dei rischi dei cambiamenti climatici, anche se probabilmente si tratta sempre di una struttura narrativa più incentrata sugli effetti speciali spettacolari che non su una reale riflessione sull'azione dell'Uomo.


* Ovviamente, molti dei film tipici hollywoodiani hanno anche i classici elementi ipocriti, buonisti e propagandistici che esaltano il modello di società statunitense che ha portato alla più grave crisi mondiale della storia, sebbene tali elementi siano abbastanza nascosti (soprattutto ai più ingenui o assuefatti, grazie a 100 anni di esperienza in campo cinematografico).

Ad ogni modo, anche per chi sa riconoscere l'ipocrisia e le manipolazioni del Cinema statunitense, c'è un'offerta così ampia che anche i suoi gusti possono essere soddisfatti. Altri film, nonostante tutto, possono essere anche godibili se guardati senza pretese.


Oltre alle produzioni hollywoodiane, ci sono anche altri film interessanti.

  • Gli abbracci spezzati” (2 ottobre) di Pedro Almodòvar e con Penèlope Cruz: un'altra coppia vincente.

  • Bruno” (23 ottobre), nuovo film sarcastico dell'inglese Sacha Baron Cohen.

  • Ma soprattutto, il film documentario svedese “Videocracy” (già distribuito dal 4 settembre in solamente 70 sale in tutta Italia), prodotto da Lars von Trier, diretto dall'italo-svedese Erik Gandini, che racconta l'attuale Italia che ormai ha perso ogni moralità, impantanandosi nella “cultura” televisiva commerciale basata su soldi-potere-immagine. Un ritratto dell'Italia moderna (l'”italietta” a cui si accenna in “Il Caimano”) talmente fedele da aver provocato già l'alzata di scudi della casta italiana che ha bloccato la pubblicizzazione del film non permettendo di trasmettere lo spot in TV, per non parlare della scarsissima distribuzione in Italia.


Il Cinema italiano, invece, proprio per l'ormai assodato freno all'arte, alla cultura, oltre che all'informazione e al raziocinio, resta bloccato sulle solite tematiche, il solito stile del passato e il solito cinema d'autore già visto, poco rilevante e di scarso successo (soprattutto in campo internazionale).

  • Giuseppe Tornatore torna a raccontare la sua Sicilia con “Baarìa”, come in “Nuovo Cinema Paradiso”, e torna a lavorare con Monica Bellucci, come in “Malena”. Il film parte dal 1910, un po' il periodo di “La leggenda del pianista sull'oceano”, e raccontando tre diverse generazioni, mostra la solita Italia povera della fine degli anni '30, per poi arrivare agli anni '80 ed infine il classico epilogo ai giorni nostri.

  • Michele Placido dirige “Il grande sogno”, con Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, che torna a raccontare il solito '68, prima dal presunto punto di vista della polizia e poi dal presunto punto di vista degli studenti, trattando sempre l'argomento senza contare le infiltrazioni di provocatori spinti proprio dallo Stato, come ammesso da Cossiga, per far apparire come violenti gli studenti e giustificare nell'opinione pubblica, grazie ai mass-media, la repressione violenta delle proteste.

  • Francesca Comencini ha diretto e sceneggiato “Lo spazio bianco”, con Margherita Buy: il solito dramma psicologico-familiare.

  • Spazio anche per il classico polpettone spacciato per film politico, ma che in realtà di politico ha ben poco: “Le ombre rosse” di Francesco Maselli. A parte l'infelice titolo copiato da un film di ben più elevato livello nella storia del Cinema, si tratta di un classico film da presunti intellettuali che non vuole dimostrare/comunicare/raccontare granché. Probabilmente lo vedrà solo chi deve studiare Cinema in Italia.

  • Con “Oggi sposi”, di Luca Lucini, si torna a sfruttare una struttura narrativa nel passato, principalmente caratteristico del Cinema italiano dei decenni passati: un tipico film ad episodi. Forse per chi fa cinema in Italia sta a cuore questo tipo di film, che comunque è stato usato per pèrle cinematografiche italiane. Ma un sistema obsoleto riciclato ai giorni nostri forse è giustificato dall'impossibilità di dar luce ad idee originali, mentre il Cinema italiano ripiega su storie e soggetti scarsi che facciano pensare il meno possibile e che attirino sempre meno persone. Forse, quindi, si è preferito unire tre cortometraggi per comporre un unico film.

  • C'è, poi, un altro tipico film sul dramma familiare, un genere di cui l'Italia ha ormai l'egemonia mondiale: si tratta di “Alza la testa” con Sergio Castellitto”.

  • Per non parlare della commedia moderna all'italiana, caratterizzata da isterismi e irrazionalità: “Matrimoni e altri disastri”, con Margherita Buy.

  • Altro mattone ambientato nel passato è “La prima linea”, con cui a Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno vengono fatti interpretare i soliti terroristi psichicamente combattuti degli anni '70 e '80, il periodo Cossiga.

  • Altro film non certo indispensabile per la storia del Cinema mondiale, il film storico “Barbarossa”, voluto dalla Lega. E ho detto tutto.


C'è anche un altro tipo di film:

  • Cado dalle nubi”, con cui Checco Zalone (conosciuto anche grazie alla trasmissione “Zelig”, forse in un momento in cui il programma si è un po' troppo degradato) proietta il suo personaggio nel mondo cinematografico, mettendo in scena anche la deprimente tematica di pregiudizi e contrapposizioni tra Nord e Sud Italia e, nel suo stile, varie tematiche d'attualità, anche se segue una storia d'amore e le vicende del suo personaggio secondo il suo stile (che può presentare elementi più o meno condivisibili). Nonostante il tipo di personaggio che caratterizza questo artista, le caratteristiche dell'Italia e il possibile modo di raccontare la vicenda, è un film che incuriosisce e potrebbe essere un buon film.


A parte queste maggiormente pubblicizzate produzioni, tra i film considerati di nicchia è possibile trovarne un paio interessanti.

  • Il primo ad ottobre: “Viola di mare” (16 ottobre), di Donatella Maiorca e con Valeria Solarino, tocca anche la tematica d'attualità dell'amore saffico. Il film, drammatico, è ambientato nella Sicilia dell'800, e racconta di una donna che si finge uomo per nascondere il proprio amore per un'altra donna.

  • Il secondo titolo è “La doppia ora” (6 novembre), di Giuseppe Capotondi, in uscita a novembre. Un film descritto come “una storia nera dai contorni gialli”. Un thriller la cui trama non farebbe pensare ad una produzione italiana.


Solitamente il Cinema italiano riesce, nonostante tutto, a produrre in media due film decenti all'anno, ipocritamente spacciati poi come la prova che il Cinema italiano funziona. Forse non sono questi due film che giustificheranno un anno di soldi buttati nelle solite produzioni ininfluenti (che non ottengono il minimo interesse all'estero), ma almeno l'idea originale di entrambi incuriosisce e sembra avere buone potenzialità per ottenere successo.