sabato 31 luglio 2010

The box

The box

Il ritorno di Richard Kelly sul grande schemo, dopo il capolavoro di “Donnie Darko”.
Il secondo ruolo drammatico di Cameron Diaz.
Effetti speciali all'avanguardia, grandi finanziamenti, il coinvolgimento addirittura della NASA.
La trasposizione del racconto "Button, button" di Richard Matheson.

Le premesse per un capolavoro c'erano tutte.
Ciò che ne viene fuori è circa due ore di rimpianto dei 5€ spesi per un film prevalentemente imbarazzante.

Curiosità: il film è stato distribuito negli Stati Uniti il 6 novembre 2009, mentre in Italia è giunto nelle sale soltanto il 21 luglio 2010, a quasi un anno di distanza...


TRAMA:
La coppia protagonista, in un momento economicamente poco felice, riceve una scatola con un pulsante. L'uomo che l'ha portata, un tipo col volto sfigurato, propone loro un affare: se premono il pulsante, qualcuno a loro sconosciuto morirà, mentre a loro verrà consegnata la cifra di un milione di dollari in contanti.

Dopodiché, tra una scena dello studente pazzo che ride, il sangue dal naso ogni 10 minuti, il liquido in sospensione, il libro col disegno dell'omino con una freccia che parte dal petto, gli “zombie” che si girano in contemporanea verso il nulla e che seguono il protagonista, le tecniche cinematografiche basilari e imbarazzanti che sembrano più adatte ad un filmino tra amici, oltre ai messaggi subliminali nascosti (inquietanti e/o noiosi anche), ci vuole poco per pentirsi di aver scelto questo film e si inizia ad avere il sospetto che “Donnie Darko” sia stato un fortunato ed irripetibile caso per un regista probabilmente allucinato, strafatto, pazzo, e/o che si è fatto inglobare in un sistema malato.

Molto distante dal romanzo da cui è tratto.


Tra i pochi spettatori coraggiosi che resistono fino alla fine nella fortunatamente già vuota sala cinematografica, passa quasi inosservato il fulmineo messaggio (che sarebbe dovuto essere l'elemento fondante del film) del bene comune contro l'egoismo: messaggio relegato ad una sola frase che passa di sfuggita, praticamente nascosto e in secondo piano nel finale. Coperto completamente dai messaggi subliminali che bombardano lo spettatore per un'ora e cinquanta minuti.


RIFLESSIONI
Trama: tratto dal romanzo di Richard Matheson "Button, button", il soggetto presentava ottime potenzialità. Ben presto, però, ci si accorge che la trasposizione cinematografica, estremamente discostata dal romanzo originale, ha uno sviluppo estremamente poco riuscito. A tratti noioso, a tratti imbarazzante.

Personaggi: la coppia protagonista (con un'ottima Cameron Diaz alla sua seconda esperienza in un ruolo drammatico), come anche il misterioso signor Steward, sono ben ideati ed interpretati.
Il problema riguarda gli altri personaggi: il figlio irritante (inesistente nel romanzo), lo studente malefico, gli zombie in biblioteca, i posseduti visionari che perdono sangue dal naso, gli alieni... ( -_-')
E pensare che nel libro l'azione si svolge unicamente nella casa dei protagonisti... (!!!)

Godibilità: è un film per il quale si adatta bene la definizione usata da Ciak: “COLPO DI SONNO”.
Dopo un po' si cominciano a rimpiangere i soldi del biglietto, poi il tempo perso, poi si comincia a guardare l'orologio, ed infine si potrebbe anche cedere all'appisolamento (se non si è fermamente determinati a guardare il film fino alla fine).
Inquadrature elementari, tecniche da principianti, segmenti imbarazzanti...
Se non ci fosse il coinvolgimento di organizzazioni come la NASA, ed i messaggi subliminali nascosti che sono stati volutamente inseriti nel film per manipolare le menti più semplici, non si spiegherebbe come sia stato possibile ottenere ingenti finanziamenti per un film del genere...
Alcuni pezzi sembrano da tesi di laurea di DAMS: tecniche standard da fondamenti del Cinema, ecc.
Possibile che sia dovuto al fatto che Richard Kelly è solo alla seconda esperienza alla regìa? O, più probabilmente, "Donnie Darko" è stato un caso fortunato per un regista globalizzato e di scarse qualità registiche? (Basti pensare al suo secondo film, "Southland tales", mai uscito nei cinema italiani, fortunatamente).
Altri pezzi sembrano la parodia di Donnie Darko: gli spiritati che sembrano avere delle visioni, i messaggi strani, la ricerca di risposte in biblioteca, col libro con l'immagine dell'omino con la freccia dal petto, la sospensione del tempo, il fluido fluttuante, il solito ambiente scolastico, con lo studente demoniaco, il babbonatale che compare all'improvviso in mezzo alla strada...
Stavolta, però, niente sembra funzionare.
Tralasciando i messaggi subliminali e il disgustoso tentativo di manipolazione delle menti, l'approfondimento introspettivo lascia a desiderare, manca un certo ritmo, anche la colonna sonora è “pesante”.
Assolutamente tutto il contrario di “Donnie Darko”.

Cultura: il bene comune contro l'egoismo poteva essere un buon messaggio (ciò su cui basare il film), se non fosse stato trasposto e strumentalizzato in un film così integralista e subliminale.


GIUDIZIO

Colpo di sonno. Sconsigliato, non vale 5€.
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martedì 27 luglio 2010

Laureata ... e adesso?

Post grad

(Laureata... e adesso?)

Film distribuito negli Stati Uniti il 21 agosto 2009, e giunto in Italia solo dal 9 luglio 2010 (quasi un anno dopo), vede protagonista Alexis Bledel, l'attrice divenuta famosa con "Una mamma per amica" ("Gilmore Girls" in originale).

Il film teoricamente tratta delle difficoltà dei giovani nel trovare lavoro.

TRAMA:

Una neolaureata piena di speranze tenta di entrare nel mondo dell'editoria. Vistasi rifiutare tutte le domande di assunzione, da disoccupata è costretta a tornare a vivere con la sua famiglia. Intanto il suo migliore amico spera che il loro rapporto si trasformi in qualcosa di più.

LA FRASE:

“Questo si crede Hollywood” - Il produttore d'ultima categoria ironizza così sul licenziamento del regista che non si piega alle sue ridicole richieste per una pubblicità. Autocelebrazione di Hollywood....

RIFLESSIONI:

La tematica del precariato riveduta dalla propaganda autocelebrativa hollywoodiana.

Raccontato nel classico stile hollywoodiano globalizzato (incentrando l'intero film sui problemi personali e psicologici della protagonista e sulle sue relazioni personali, tra depressione per le mancate assunzioni, i problemi familiari, il triangolo amoroso...), alla fine resta poco spazio per approfondire i problemi della società statunitense (e conseguentemente, anche della società Occidentale e capitalista):

  • il mancato anello di congiunzione tra Università e mondo del lavoro,
  • l'abbandono dei giovani talenti,
  • la precarietà e la disoccupazione,
  • i problemi di chi vive in una società che si disinteressa dei propri cittadini non tutelandoli,
  • i giovani laureati costretti a tornare a dai genitori per vivere (soprattutto chi ha una famiglia che può riaccogliere il figlio disoccupato senza grandi problemi),
  • la perdita d'indipendenza delle nuove generazioni....


Anzi, tutti i punti critici della società statunitense vengono rigirati in modo propagandistico, iniziando il film insinuando che le mancate assunzioni della protagonista siano dovute alla protagonista stessa, troppo poco convinta di essere assunta.

  • La tesi del film sarebbe che la protagonista è pessimista e per questo “non combina alcunché di buono”. E' la strategia del capitalismo...

Successivamente, quando la protagonista non accetta di fare la commessa, si vuole insinuare che la disoccupazione è dovuta al fatto che la protagonista non ha realmente voglia di lavorare, perché altrimenti un qualunque lavoro l'avrebbe trovato. Non importa se era specializzata in qualcos'altro.

  • La tesi del film è che, se si vuol lavorare bisogna accettare qualunque cosa venga offerto. Un po' come è accaduto anche con gli operai della FIAT di recente... O gli schiavi moderni laureati che finiscono nei call-center. Cittadini-consumatori, schiavizzati-sfruttati, non tutelati dallo stato, in balìa di capitalisti in cerca di profitto.

Poi c'è l'assunzione come assistente del regista vicino di casa.

  • La tesi del film probabilmente è che per essere assunti non servono le capacità ma le conoscenze. Tipico sistema criminale.

Dopo aver perso il lavoro a causa dei contrasti del regista col produttore, arriva la crisi d'amore: l'amico si allontana, il regista lascia gli Stati Uniti. Solo a questo punto alla protagonista viene offerto il posto di lavoro nell'editoria che aveva sempre sognato.

Deve fare una scelta: il lavoro della sua vita o l'amore?

La grande conquista dell'emancipazione femminile spacciata come una possibilità egoistica della donna.

  • Se sceglie il lavoro resta sola;
  • se sceglie l'amore deve seguìre l'uomo rinunciando alle proprie conquiste e al proprio successo personale e adattarsi.

Le conquiste dell'Ottocento distrutte e storpiate dal capitalismo.

Come dice Massimo Fini, in passato con uno stipendio si poteva mantenere in modo dignitoso un'intera famiglia, mentre adesso due stipendi bastano a mala pena per tirare avanti; poi si fa anche questo tipo di propaganda...

COMMENTI:

Trama: mediocre. Per tutti i punti appena elencati.

Personaggi: a parte la protagonista (interpretata da Alexis Bledel, famosa grazie al telefilm "Una mamma per amica", "Gilmore Girls" in originale; ma che comunque è un personaggio costruito in base al messaggio capitalista che si vuole dare), la famiglia statunitense è isterica, consumista, stupida, conformista.

Godibilità: guardabile, per quanto riguarda i globalizzati e/o gli adolescenti che si focalizzano sulla storia d'amore.

Cultura: infimo livello. Film di propaganda, globalizzato, capitalista-conformista, pretestuoso, manipolatore, ipocrita, ecc...


GIUDIZIO
Sconsigliato
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mercoledì 21 luglio 2010

Toy Story 3 - La grande fuga

Dopo "Toy Story - Il mondo dei giocattoli" (1995) e "Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa" (1999), finalmente è arrivato "Toy Story 3 - La grande fuga", l'ultimo capitolo della trilogìa dedicata ai giocattoli più famosi del cinema.
Dopo vari annunci e annullamenti di un terzo capitolo della serie, nel 2008 è stata scritta la trama finale: qualcosa che potesse essere avvincente e che potesse appassionare i fans dei primi due film.

Il film ha debuttato negli Stati Uniti il 18 giugno 2010, realizzando subito due record: maggiore incasso nel primo venerdì e nel primo week-end di programmazione per un film d'animazione.
In Italia il film è stato distribuito nelle sale il 9 luglio 2010, balzando subito ai vertici della classifica degli incassi al box office, incassando 2'289'044 € solo nel primo week-end di programmazione.
Costato 200 milioni di dollari, al momento ha incassato già 600 milioni di dollari in tutto il mondo.

Inoltre, ha riscosso un consenso pressoché unanime di critica e pubblico, e rappresenta certamente un raro caso di sequel all'altezza della serie.


TRAMA
Andy è ormai grande: a 17 anni deve partire per il College, così deve decidere cosa fare dei suoi vecchi giocattoli.
Woody, Buzz e tutti gli altri, finiscono in un asilo gestito da un malvagio orsacchiotto di peluche. Il gruppo, restando sempre unito, deve organizzare la fuga (indicata nel titolo).


RIFLESSIONI
Trama: perfetta. Ottimo e impeccabile sequel che torna al livello del primo film.
Personaggi: sebbene dalla pubblicità poteva sembrare che scadessero un pò, per alcune scene con Ken e Barbie, in realtà vecchi e nuovi personaggi sono caratterizzati ottimamente. Perfetti anche loro. Come pure le voci dei personaggi (curiosità: il doppiatore di Andy in lingua originale è sempre lo stesso nei tre film, mentre in Italia è stato cambiato in ciascun film; la voce di Barbie in Italia è cambiata, venendo realizzata stavolta da Claudia Gerini; la voce di Slinky in Italia è rimasta invariata, mentre è cambiata nella versione inglese rispetto al primo e secondo capitolo della trilogia).
Godibilità: Elevatissima. C'è l'azione, ci sono le gag e le scene esilaranti, ci sono le scene più profonde... Un'ottima alternanza di situazioni che rende il film sempre godibile.
Livello: il livello culturale del film è alto. L'accoppiata vincente tra Disney e Pixar, nata proprio con il primo capitolo di Toy Story, resta nell'avanguardia del Cinema mondiale, sfruttando la tecnologia 3D. Inoltre, vengono messi in primo piano sempre messaggi che incoraggiano all'amicizia, alla lealtà, al coraggio; elementi che hanno caratterizzato la saga fin dal primo film e che fortunatamente sono presenti anche qui. Il finale strappalacrime è una perla su cui ci sarebbe molto da dire, ma è preferibile evitare di rovinare la sorpresa a chi non l'ha ancora visto.


GIUDIZIO
Imperdibile

lunedì 19 luglio 2010

I film di luglio

Ecco i film di luglio:


2 luglio
Brotherhood - Un ex generale si unisce ad un gruppo di nazisti, cogliendone stupidità e brutalità. Con uno del gruppo nascerà una storia d'amore omosessuale.
Butterfly zone - Interessante film italiano con un mix di generi (fantastico-thriller-commedia). Diretto e sceneggiato dal debuttante Luciano Capponi, ha vinto il premio Méliès come miglior Fantasy 2009. Il protagonista, dopo aver perso il padre, ritrova un amico d'infanzia con cui oltrepassa il confine tra la vita e la morte, riportando involontariamente in vita uno spietato serial killer.


9 luglio
Post grad - Una neo-laureata che sogna di lavorare in una casa editrice, non trovando lavoro torna a vivere con i genitori, mentre il suo migliore amico vorrebbe diventare qualcosa in più per lei. Commedia trash-sentimentale-plastificata-capitalista. Altri termini? Adatta ad un pubblico conformista statunitense.
Toy Story 3 - La grande fuga - Tornano i giocattoli più famosi del cinema. Il protagonista umano, Andy, è ormai in partenza per l'università. I giocattoli vengono consegnati ad un asilo gestito da un malvagio orsacchiotto di peluche. Cercando di restare sempre tutti uniti, i protagonisti dovranno tentare la fuga dall'asilo. Ottimo terzo ed ultimo capitolo della trilogìa.


16 luglio
The losers - Una squadra delle Forze Speciali dell'esercito statunitense in Bolivia viene tradita da un agente della CIA. I protagonisti si fingono morti per potersi vendicare in via privata con una missione suicida. Tratto da un fumetto della DC COMICS.
Un microfono per due - Il protagonista, da giovane, va in crisi durante la recita scolastica del musical "The Wiz". Dopo dieci anni, il protagonista ha la possibilità di riscattarsi partecipando alla nuova messa in scena dello stesso spettacolo da parte dello stesso professore.
Predators - A 23 anni dal primo film e 20 anni dal primo sequel, ecco il terzo capitolo della saga dei Predator. Stavolta, gli alieni del titolo prelevano degli esseri umani per studiare il motivo per cui sulla Terra avevano avuto il sopravvento su uno di loro. I protagonisti, tra i quali Laurence Fishburne (il Morpheus di "The Matrix"), finiscono su un pianeta utilizzato dai Predators per addestrare le reclute.
Solomon Kane - Co-produzione tra Francia/Gran Bretagna/Repubblica Ceca, è ispirato all'omonimo personaggio dello scrittore Robert Ervin Howard. Si tratta di un dark fantasy. Ambientato nel 1500 un mercenario maledetto si rifugia in convento. Dopo anni torna in circolazione per affrontare un "demone" in Inghilterra.


23 luglio
The box - Torna Richard Kelly, regista e sceneggiatore anche del capolavoro "Donnie Darko". Stavolta dirige Cameron Diaz e James Mardsen. I due protagonisti, una insegnante e un ingegnere aeronautico, ambiziosi, ricevono la visita di un personaggio che offre loro un milione di dollari, ma prima di ricevere il denaro devono accettare di provocare la morte di una persona a loro ignota premendo un bottone rosso su una misteriosa scatola (quella che dà il titolo al film).
La fontana dell'amore - Kristen Bell interpreta una donna ormai rassegnata a restare zitella. Durante un viaggio a Roma si immerge nella "fontana dell'amore" (copiando presuntuosamente Fellini) così da diventare improvvisamente assediata da spasimanti.
Our family wedding - Si narra lo scontro tra le famiglie di una sposa e uno sposo mentre si deve organizzare la festa di nozze. Altro film statunitense sui matrimoni, forse dettato da una volontà di scoraggiare le persone dallo sposarsi...
Il solista - Tratto da una storia vera, racconta di un giornalista del Los Angeles Times che si imbatte in un senzatetto, il quale era stato un talentuoso violoncellista stroncato da una grave forma di schizofrenia. Il giornalista, però, decide di tentare di "recuperarlo".

sabato 17 luglio 2010

CIAK D'ORO 2010 (25 anni di Ciak)

AUGURI A "CIAK"!!!

Questo mese, numero speciale (da collezione) di Ciak per celebrare i 25 anni di vita della più importante rivista cinematografica italiana.
Inoltre, c'è il resoconto della premiazione dei CIAK D'ORO 2010.

Ecco i premiati dell'edizione di quest'anno.

Miglior film:
- Mine vaganti di Ferzan Ozpetek
Miglior regia:
- Giorgio Diritti, L'uomo che verrà
Migliore attore:
- Riccardo Scamarcio, Mine vaganti
Migliore attrice:
- Alba Rohrwacher, Cosa voglio di più
Miglior film straniero:
- Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino
Migliore attore non protagonista:
- Ennio Fantastichini, Mine vaganti
Migliore attrice non protagonista:
- Elena Sofia Ricci, Mine vaganti
Miglior sceneggiatura:
- Francesco Bruni, Francesco Piccolo e Paolo Virzì, La prima cosa bella
Miglior fotografia:
- Daniele Ciprì, Vincere
Miglior montaggio:
- Francesca Calvellli, Vincere
Miglior scenografia:
- Maurizio Sabatini, Baarìa
Migliori costumi:
- Gabiriella Pescucci, La prima cosa bella
Miglior sonoro in presa diretta:
- Carlo Missidenti e Alessandro Romano, L'uomo che verrà
Miglior colonna sonora:
- Max Gazzé, Rita Marcotulli e Rocco Papaleo, Basilicata coast to coast
Miglior produttore:
- Giorgio Diritti e Simone Bachini per °Aranciafilm, L'uomo che verrà
Miglior manifesto:
- Riccardo Fidenzi e Maurizio Ruben per Internozero, Vincere
Migliore opera prima:
- Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli
Superciak d'oro:
- Stefania Sandrelli
Rivelazione dell'anno:
- Checco Zalone
Ciak d'oro Skoda bello & invisibile:
- Dieci inverni di Valerio Mieli
Ciak d'oro Skoda SPECIALE ANNIVERSARIO 25 ANNI:
- Carlo Verdone e Margherita Buy


Ecco la classifica dei premi ottenuti dai vari film:


4 - Mine vaganti
3 - L'uomo che verrà
3 - Vincere
2 - La prima cosa bella
1 - Dieci inverni
1 - Cosmonauta
1 - Cosa voglio di più
1 - Bastardi senza gloria
1 - Basilicata coast to coast
1 - Baarìa