domenica 13 dicembre 2009

Film di dicembre

Film di dicembre degni di nota (nel bene e nel male...).

  • Usciti il 4 dicembre:

"A Christmas Carol", film d'animazione 3D Disney realizzato con la tecnologia della "performance capture". Si tratta di un ennesimo adattamento della novella del 1843 di Charles Dickens. Stavolta, il protagonista viene interpretato da Jim Carrey (che arriva ad impersonare ben 4 personaggi in questo stesso film). Tra l'altro, il film segna il debutto di Carrey in un film Disney.

"L'isola delle coppie", il trash hollywoodiano. Un'isola in cui c'è il villaggio turistico per coppie statunitensi con "problemi mentali" e psicologicamente in crisi. Tipico del cinema psicotico americano.

"Il mio amico Eric", co-produzione inglese, francese, italiana, belga e spagnola. Un uomo inglese di mezza età, caduto in depressione, si riprende grazie all'aiuto di Eric Cantona, ex campione del Manchester United. Molto interessante.

"Moon", film fantascientifico su un cosmonauta di base sulla Luna con un robot come unico compagno. Quando si avvicina il momento del ritorno sulla Terra per l'astronauta, avviene una frana e al suo risveglio scoprirà un suo doppio... La trama è un pò più complessa. Da vedere.

"Ninja Assassin", nuova produzione dei fratelli Wachowski (della saga di Matrix) e diretto da James McTeigue (aiuto regista per "Matrix" e regista per "V for Vendetta"). Trama: addestrato fin da piccolo per diventare un killer ninja mercenario, il protagonista si ribellerà alla setta segreta che lo aveva rapito da bambino. Azione, arti marziali, scontri, ma soprattutto sangue a fiumi... Incuriosisce, ma non adatto ai più impressionabili.

"A serious man": propaganda dei fratelli Coen. Sconsigliato.

"L'uomo nero", film di Sergio Rubini, con Sergio Rubini, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Anna Falchi e Margherita Buy. Una delle produzioni italiane degne di nota, ma che non ottengono degno risalto. Forse manca un pò la trama, in clssico stile all'italiana...

  • Questi i film usciti questa settimana (l'11 dicembre):

"Dieci inverni", co-produzione italo-russa. E' una commedia sentimentale che racconta di una storia d'amore tra due giovani che "nel corso di dieci anni si perderanno e si ritroveranno tra Venezia e Mosca". La critica ne parla bene; può essere godibile.

"Jennifer's body", un "teen horror" che tanto piace ad Hollywood. Unica attrattiva, probabilmente, l'utilizzo di Megan Fox come protagonista; pratica consueta, infatti, è quella di sfruttare un'attrice sex-symbol, metterla in qualche posa accattivante sulle locandine e in qualche scena del film. Il tutto per attirare teen-agers a vedere un film horror su una scolara indemoniata che sbrana i compagni. Mah.

"Land of the lost", kolossal americano con Will Ferrell. E' un rifacimento di una serie televisiva del 1974. Per far finta di avere inventiva, la mega-produzione ha apportato piccoli cambiamenti alla caratterizzazione dei protagonisti. Patetico.

  • Per il 18 dicembre c'è un'altra serie di film interessanti:

"Astro boy": tratto da un manga del 1952 di Osamu Tezuka, convertito poi in anime ed ora finalmente sul grande schermo. Racconta di un robot bambino che crede di essere un umano.

"Io e Marilyn", nuova opera di Leonardo Pieraccioni, con Massimo Ceccherini, Luca Laurenti, Biagio Izzo, e la britannica Suzie Kennedy che impersona lo spirito di Marilyn Monroe rievocato con una seduta spiritica. Il soggetto brillante lascia ben sperare.

"Natale a Beverly Hills". Il classico cine-panettone con Christian De Sica, affiancato da Massimo Ghini, Sabrina Ferilli, Alessandro Gassman, Gianmarco Tognazzi, Michelle Hunziker; diretto da Neri Parenti e prodotto da Aurelio e Luigi De Laurentiis. Film immancabile, ormai, nella produzione annuale italiana. Comunque, è sempre trash...

"La principessa e il ranocchio", il nuovo cartoon Disney con cui si torna al disegno 2D tradizionale. E l'effetto non è niente male. La trama, "al passo coi tempi", vede una protagonista "di colore" determinata e indipendente che, baciando un ranocchio, anziché trasformare lui in principe, si trasformerà lei in ranocchio. Sebbene ci siano state polemiche per il fatto che la prima protagonista "nera" sia trasformata per una buona parte del film in ranocchia, le premesse sembrano suggerire un nuovo capolavoro della Disney. Il film rappresenta anche un omaggio a New Orleans, città devastata dall'uragano Katrina nel 2005.

mercoledì 2 dicembre 2009

Twilight - New Moon

New Moon

Attualmente ancora nei cinema, "New Moon" è il secondo capitolo della saga "vampiresco-adolescenziale" tratta dalla quadrilogia letteraria della statunitense Stephenie Meyer (un 5° libro era in lavorazione, ma in séguito ad un torto subìto, l'autrice ha deciso di rimandare il progetto).

TRAMA
La saga di Twilight racconta di una storia d'amore nata tra un ragazzo di una famiglia di "vampiri vegetariani" (che riescono a controllarsi e a non nutrirsi di sangue umano, nonostante la tentazione) e un'umana normale.

In questo secondo film, Edward (il vampiro) cerca di allontanare Bella per evitarle i pericoli che può correre vivendo con un vampiro. Bella si isola e si trova a rivivere una storia analoga con Jacob.
Quando, però, scopre che Edward la crede morta e vuole farsi uccidere dai Volturi (vampiri italiani in stile sètta segreta, tra cui degna di nota la presenza di Dakota Fanning), Bella si fa condurre da Alice a Volterra (le riprese sono state realizzate a Montepulciano, provincia di Siena) per tentare di fermarlo in tempo.

TARGET
I personaggi del film hanno 18 anni, gli attori vanno dai 17 ai 23 anni; quella è la fascia a cui si rivolge prevalentemente la saga, ma praticamente coinvolge tutta la fascia adolescenziale e "post-adolescenziale": ragazzi e ragazze in età scolastica e universitaria. Preferibilmente statunitensi, ma soprattutto il giovane pubblico femminile "occidentale" in genere, per vari motivi:
  • Innanzitutto, la protagonista femminile è creata in modo che la maggioranza delle ragazze possa identificarsi in lei, ed anche volentieri visto che suscita una certa ammirazione. Bella, infatti, non è la classica "oca" pettegola e maligna al centro dell'attenzione di tutti, ma appare dal primo film come una brava ragazza, con la "macchina" vecchia che attira ironie dei nuovi compagni, abbastanza riservata ma piacente. La tipica "ragazza della porta accanto" in cui ci si possa identificare o che incarna qualche cara amica.
  • Inoltre, la protagonista ha un carattere forte, ha capacità e fermezza decisionali invidiabili. E' in grado di effettuare su due piedi cambiamenti drastici che rivoluzionano la sua vita, nonostante le conseguenze che le sue decisioni comporteranno. Il suo non esitare davanti a scelte difficili pur di salvare familiari o di stare col suo amato, anche a costo della propria vita, genera l'ammirazione delle ragazze che vorrebbero essere decise come la protagonista.
  • C'è, poi, il "sottotesto sessuale", più o meno subliminale: la protagonista è bella (come dice anche il nome), la sua sola presenza e il suo odore riescono a provocare un "colpo di fulmine" sul bello e irraggiungibile della scuola, lo inebriano. La sua sola presenza attrae compagni di scuola, gangs, bei rivali, anche ragazze (come la sorella di Edward, Alice, che si inebria a sentire l'odore di Bella...). La capacità di inebriare il proprio amato, quasi facendogli perdere il controllo, è un'altra caratteristica invidiabile per le ragazze.
  • Infine, la storia d'amore per come si svolge attrae e affascina le spettatrici. Il bello, forte e protettivo, che perde la testa per Bella, ha un bisogno irrefrenabile di lei, perde quasi il controllo quando l'ha accanto, ma riesce a controllarsi e a non saltarle addosso (neanche quando è lei a chiederglielo in camera da letto, nel primo film) pur di non fare nulla che possa ferirla o che potrebbe essere "sconveniente". La protegge da teppisti, da possibili incidenti, e si scontra anche con rivali interessati esclusivamente al suo corpo (mentre lui controlla il desiderio del corpo per coltivare i sentimenti).
  • E ci sarebbe anche la classica tematica "sdolcinata" dei problemi di cuore, soprattutto nel 2° film: la delusione d'amore; il rimpiazzo del primo ragazzo con il vecchio amico Jacob, anche lui con caratteristiche simili a Edward (entrambi belli, forti, che la amano e la difendono a costo della propria vita) e con cui si ripetono delle situazioni analoghe; l'indecisione di lei tra i due rivali...
Insomma, è una comune, seppure velata e metaforica, storia d'amore adolescenziale. Complicata nel secondo film, con pretendenti e abbandoni in stile "Dawson's Creek".
Per questo ha tanto successo tra le scolarette che possono immedesimarsi e sognano di vivere storie del genere.

CULTURA
Com'è noto, gli Stati Uniti sono privi di reali radici culturali proprie, a parte quelle legate al "West" per gli stati occidentali e in parte al "Business" per gli stati orientali (ma entrambe ben radicate in tutto il territorio statunitense).
Per ovviare a questa carenza, piuttosto che adottare le culture di provenienza (europee), gli statunitensi hanno sempre cercato di rimpiazzare invenzioni altrui (in ogni campo) con rivisitazioni che stravolgevano gli originali europei da cui avevano attinto.

Ciò è avvenuto, per esempio, nello sport:
- il "baseball americano" è uno stravolgimento dello sport inglese del "Rounders";
- il "football americano" è un adattamento statunitense del rugby (reso evidentemente più duro, violento, propendente per l'impatto e lo scontro fisico), battezzando prepotentemente col nome del già esistente sport inglese "football" (Calcio). Anziché adottare uno sport europeo come il rugby o il vero football/calcio, prendono il nome di uno sport, storpiano le regole di un altro sport, e ne creano uno nuovo pretendendo di cambiare il nome allo sport originale che già esisteva.

Tornando al film, lo stesso comportamento c'è stato per la realizzazione della saga di Twilight.
La figura del vampiro, di cui Dracula è il simbolo per eccellenza, ha certe caratteristiche:
  • - può non morire mai, ma non è immortale;
  • - si nutre di sangue, linfa vitale che ha l'effetto di ringiovanire l'aspetto del vampiro e gli permette di continuare a vivere;
  • - ha i canini più sviluppati, così il suo morso lascia semplicemente due fori sul collo delle vittime;
  • - non può esporsi alla luce del sole perché altrimenti morirebbe, o almeno si indebolirebbe enormemente;
  • - si può trasformare in pipistrello.

La scrittrice statunitense, anziché inventare una nuova figura per i personaggi della sua saga, o invece di rispettare le caratteristiche del personaggio da cui attinge, presuntuosamente decide di reinventare il "vampiro" a modo suo, stravolgendo tutte le convenzioni e non rispettando ciò a cui si è ispirata. In alcuni articoli, i personaggi di Twilight vengono definiti "nuovi-vampiri", proprio perché non hanno molto in comune con i vampiri universalmente riconosciuti.
I "finti-vampiri" della Meyer, infatti, vedono storpiate tutte le caratteristiche sopraindicate:
  • - sono non morti che non invecchiano, velocissimi, con forza smisurata; semplicemente, sono immortali. Sembrano il Clark Kent di "Smallville".
  • - perdono la ragione al solo odore di una persona normale e del suo sangue, ma non ne hanno bisogno per restare in vita e per ringiovanire (infatti il loro aspetto si ferma nel momento in cui diventano "fanta-vampiri"). In questo, sembrano di più gli zombie alla "28 giorni dopo" o anche alla "Resident Evil".
  • - non hanno canini sviluppati, quindi i loro morsi lasciano il segno di tutti i denti, sia l'arcata superiore che quella inferiore.
  • - la luce del sole la evitano esclusivamente perché questa fa brillare la loro pelle, tutto qui. Basterebbe un pò di cerone per evitare ogni effetto.
  • - non si trasformano in pipistrelli, ma hanno "superpoteri" in stile "Marvel" o "Smallville": supervelocità come flash o il solito Clark Kent/Superman; capacità di arrampicarsi o di fare grandi salti tipo Spiderman, Clark Kent, e simili; forza spropositata, tipo Hulk, Spiderman, Clark Kent; più altri superpoteri personali (ognuno un potere diverso: leggere nel pensiero, vedere il futuro possibile), il che ricorda un pò "I fantastici 4" in cui ognuno aveva qualcosa che gli altri non avevano.

Insomma, questi personaggi sono un mix tra gli zombie di "28 Giorni Dopo" o di "Resident Evil", il Clark Kent/Superman di Smallville, e i supereroi della Marvel tipo Spiderman.

Ma, essendo evidentemente una figura nuova/differente (nonostante il mix di vecchie opere), sarebbe stato più giusto chiamare la nuova figura con un nome altrettanto nuovo, invece di effettuare sciacallaggio di invenzioni altrui e plagiarle spacciando pasticci di vecchie idee come se nulla fosse.

Così come si utilizza impropriamente il termine "vampiro" per questi personaggi, anche i "licantropi" del film non hanno niente a che fare con i veri licantropi della tradizione mondiale.

Il licantropo, come si sa:
  • - si trasforma involontariamente in lupo mannaro;
  • - si trasforma solo quando c'è la Luna piena;
  • - perde coscienza di sé e delle sue azioni durante il periodo in cui si trasforma.

Non è detto che per creare qualcosa di moderno bisogna necessariamente storpiare figure del passato. Queste caratteristiche sono state tutte rispettate, ad esempio, dall'europea Joanne Rowling col personaggio di Remus Lupin, apparso in "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban".

La "storpiatutto" Meyer, invece, raffigura banalmente i suoi "fanta-licantropi" semplicemente come persone in grado di trasformarsi in lupi quando vogliono, senza neanche perdere coscienza di sé e delle proprie azioni. Tipo "animagus" della saga potteriana, che non hanno niente a che vedere col "licantropo".

Sciacallaggio e vandalismo inaccettabile.

GIUDIZI

TWILIGHT (1° film)
- Certamente lo stile cinematografico hollywoodiano e il ritmo incalzante rendono abbastanza fruibile il film. Del resto, il cinema hollywoodiano da tempo è riuscito a trovare il linguaggio cinematografico che riesce a raggiungere il più ampio pubblico mondiale. Il problema è che certe convenzioni universalmente riconosciute non si vuole adottarle nelle produzioni europee (a parte un numero esiguo di film prevalentemente Francesi e Inglesi).
- C'è una buona prestazione attoriale e la trama teoricamente può stare in piedi ed ha una relativa coerenza: è plausibile l'idea portante del film secondo cui il "demone assetato di sangue" si innamori di una possibile preda e la difenda a rischio della propria vita (e viceversa).

- La rappresentazione dei personaggi come "vampiri" e "licantropi" è assolutamente insensata. Se si fosse trattato di "demoni sanguinari" (o qualcosa del genere) e "uomini-lupo", sarebbe stato un conto, ma la caratterizzazione di vampiri e licantropi in quel modo, o la denominazione di quei tipi di personaggi come "vampiri" e "licantropi" è completamente errata e rende il film completamente senza senso.
- Culturalmente, rispecchia l'usanza statunitense attuale di attingere ad elementi del passato e storpiarli, anziché puntare su idee nuove e inattaccabili. Rispecchia un certo degrado culturale delle produzioni moderne. (Fortunatamente ci sono ancora eccezioni)

TOT.: ()

NEW MOON (2° film)
- Se la tecnica cinematografica resta agli alti livelli delle grandi produzioni hollywoodiane, si perde il ritmo incalzante del primo film. "New Moon" risulta a tratti noioso, lento, a momenti ripetitivo, forzato, imbarazzante in vari passaggi...
- Anche se gli attori si confermano di un buon livello, la trama e la narrazione non brilla di certo. Anche i personaggi e le situazioni sono opachi. L'insieme lascia molto a desiderare.
- Le storpiature come i "fanta-licantropi" (mix tra Hulk e animagus), o i "fanta-vampiri" (che appaiono come fantasmi e leggono nella mente...), sono assurdità inaccettabili, di modo che il film non sta in piedi.

TOT.: ()

sabato 21 novembre 2009

2012

2012

Dal 13 novembre è uscito nei cinema italiani il nuovo film di Roland Emmerich: "2012".

Il regista e sceneggiatore torna a trattare il tema della fine del mondo, o meglio del drastico cambiamento del mondo com'è oggi, col conseguente rischio di estinzione dell'umanità.

Con "The day after tomorrow", nel 2004, l'evento catastrofico veniva attribuito al cambiamento climatico causato dall'attività umana insostenibile. Il film si basava sulle reali teorie riguardanti le possibili conseguenze dell'attività umana, anche se il regista compresse tutti gli eventi in un arco temporale estremamente ristretto. Questo, ovviamente, era giustificato dal fatto che il film, per coinvolgere di più gli spettatori, si basava sulle vicende dei protagonisti del film e non si potevano far passare mesi tra i vari eventi narrati nella storia.

Con "2012", invece, Emmerich abbandona le argomentazioni reali e costruttive, e costruisce il film basandolo sula leggenda della profezia che prevede la fine del mondo per il 21 dicembre 2012.

Il cambiamento della Terra viene giustificato da un irrealistico effetto stellare che provoca il surriscaldamento del nucleo del pianeta e la rapida trasformazione della crosta terrestre.
Si abbandonano, quindi, le teorie scientifiche per cavalcare paure e fantasie popolari.

Non che non sia un film godibile, ma è nettamente inferiore a "The day after tomorrow".
Non offre grandi spundi di riflessione, ma può essere piacevole per un paio d'ore "d'evasione". Oltretutto il film è caratterizzato da spettacolari effetti speciali ad effetto che dovrebbero rendere godibile il film, se lo si vuole guardare senza pretese, soprattutto se si assiste alla proiezione sul grande schermo.
Per questo, è consigliabile guardare "2012" al cinema, adesso che è ancora proiettato nelle sale.
Clicca qui per gli orari di programmazione.

NOTE STONATE:
come sempre nel cinema hollywoodiano, da un lato la storia si regge sulla struttura ormai consolidata con cui gli eventi condiscono le vicende familiari, sentimentali e professionali dei protagonisti e servono a giustificare le scene d'azione che consentono l'uso degli effetti speciali con forte impatto sul pubblico; dall'altro lato, purtroppo, ci sono le solite manipolazioni propagandistiche nascoste ai meno attenti. Elementi a cui solitamente il grande pubblico sembra non dare troppo peso, ma che invece sono elementi quasi subliminali che mirano ad inculcare determinati pregiudizi e idee nelle menti degli pettatori.
Ad esempio:
- La caratterizzazione di alcuni personaggi e la scelta della loro nazionalità. Il riccone malvagio e senza scupoli è russo: guarda caso, dopo la fine della guerra fredda i cattivi erano diventati i cinesi; ora che la Russia torna ad essere come d'ostacolo agli interessi statunitensi ecco che si torna a screditarli.
- I cinesi, invece, ora che la posizione "occidentale" è quella di collaborazione con la nuova superpotenza su cui sembra reggersi l'intera economia "occidentale", vengono mostrati come aperti alla collaborazione per la salvezza dei potenti occidentali; il sistema dello sfruttamento di lavoratori considerati inferiori ai potenti viene giustificato nel film, andando incontro alle idee capitaliste degli imprenditori occidentali a cui tanto piace delocalizzare verso oriente.
- Gli statunitensi sono come sempre i buoni che vogliono salvare l'umanità. Il protagonista viene convinto che quelli che salgono sulle arche sono coloro che è giusto vengano salvati, mentre gli operai e le "fasce medio-basse" non hanno valore e è giusto "sacrificarli". Un messaggio che non sembra moralmente corretto. A salvarsi sono solo i ricchi che pagano profumatamente il biglietto, i potenti, i raccomandati (i familiari del cinese di guardia, per esempio).
- Altro personaggio classico è l'hippie matto che mischia teorie false a teorie che si fondano su reali indagini. Il tutto è fatto ovviamente per screditare teorie scomode che diventano, per il grande pubbico, storie false adatte all'atmosfera fantascientifica del film. Per il grande pubblico, quindi, se la teoria della fine del mondo è solo una trovata filmica e l'hippie ha ragione solo in quanto parte della finzione, tutte le teorie che nel film appaiono come veritiere, nella realtà finiscono per essere percepite come false. Una delle più tipiche manipolazioni.
- Da notare, infine, la presa in giro del Primo Ministro italiano che decide di non unirsi al resto dei capi degli altri stati del mondo, e quindi non si mette in salvo con gli altri.
Che sia una semplice presa in giro o una speranza figurata di liberarsi di un primo ministro poco interessato alla collaborazione internazionale con i paesi "occidentali", è un segno che indica anche come venga considerato colui che una parte degli italiani ritiene il proprio miglior rappresentante e il miglior modello etico-morale da seguire...

GIUDIZIO:
accettabile per passare una serata d'evasione.

venerdì 13 novembre 2009

Riflessione di Simone Perotti

Riporto un'interessante riflessione dello scrittore Simone Perotti, pubblicato qualche tempo fà su "Il Fatto Quotidiano".
"Mi comportavo come un tipico esemplare della mia generazione, quella degli attuali quarantenni. Come quasi tutti i miei coetanei, cresciuti dopo la contestazione, ero un ragazzino molto normalizzato. A diciott'anni non potevamo contestare. Ci avevano già provato, ed era finita. Isola di Wight? Tutto esaurito. Ashram a Pune? Neanche un posto libero. Le comuni in Toscana? In disarmo. A me, a noi, era riservato un destino segnato: scuola, università, master, carriera. Diventavo ragazzo quando ormai il Sessantotto era concluso. Nel 1983 che volevi contestare? Ero in ritardo per il "Movimento", ero troppo giovane per la "Pantera".

Si parla sempre degli anni Settanta, delle speranze di una generazione, della frustrazione di chi aveva vent'anni allora, costretto poi a rientrare nei ranghi. Non ne posso più di sentire questa storia. Quei ragazzi hanno avuto la loro chance, cosa vogliono ancora? Quando superiamo questa specie di senso di colpa collettivo? Quanti film sulla "Meglio Gioventù", sul "Grande Sogno", dobbiamo ancora vedere? Quei ragazzi sono l'attuale classe politica. Mi esimo da qualunque commento. Cosa dovremmo dire noi, quelli venuti dopo!? Perché nessuno commisera noi, che abbiamo pagato il prezzo più alto, quello della normalizzazione, della restaurazione? Per noi è stato impossibile affrontare l'età giovanile in modo libero. Il mondo che ci è stato consegnato era quello del consumismo, dell'omologazione. Niente più rock, solo cover. E' questa l'eredità psicologica e sociale che è stata lasciata alla mia generazione. (...)

Quella dei baby-boomers, cioè la nostra, è una generazione di tecnici, gente impressionata dalle potenzialità reddituali di un corso di studi, mai guidata dalla passione, sempre dall'opportunità. Abbiamo letto poco, partorito pessimi sogni e letteratura ancora peggiore. I nostri romanzi sono per lo più storie dal valore sociologico, affreschi di una generazione in preda alle nevrosi. Quando va bene sono racconti di genere, scopiazzati qua e là. Ispettori, poliziotti, magistrati col gusto dell massacro. Tutta roba già letta, inventata da altri, riscritta. La mia generazione ha inventato lo splatter, il trash, i romanzi ispirati dalla cronaca. Una generazione di indecisi, di uomini incapaci di sostenere le responsabilità. Atei senza ateismo, single senza rifiutare la famiglia, senza figli solo per paura. Abbiamo rotto il modello sociale tradizionale solo per incapacità. Cosa c'è nelle nostre vite dopo "L'ultimo bacio"?".
Sembra un ottimo ritratto dell'attuale situazione socio-culturale italiana, che si rispecchia inevitabilmente anche nella produzione artistica (in particolare, quella cinematografica).

lunedì 9 novembre 2009

Segnali dal futuro

Segnali dal futuro

Trama

In una scuola elementare del Massachusetts, nel 1959, viene fatto disegnare ai bambini come immaginano il futuro.
Una bambina, Lucynda, sente delle voci che la spingono a riempire il foglio di numeri.
Tutti i fogli vengono seppelliti per 50 anni, così nel 2009 vengono riportati alla luce.
Dopo la cerimonia, ciascun foglio viene distribuito ai nuovi studenti e il foglio di Lucynda finisce al figlio del protagonista, il prof. Kesler (Nicolas Cage), professore universitario.
Il prof. Kesler scopre che i numeri scritti su quel foglio nascondono le date delle principali catastrofi degli ultimi 50 anni, con anche il numero esatto delle relative vittime e le coordinate geografiche in cui accade ogni evento.
Quando, il giorno dopo, il prof. Kesler assiste ad uno dei tre disastri che ancora non si erano avverati (un aereo precipita davanti ai suoi occhi), ottiene la conferma di quanto aveva scoperto e decide di cercare di scongiurare gli altri due eventi rimasti.
Intanto, il figlio viene avvicinato da strane entità malefiche ed inizia a sentire sussurri incomprensibili.

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Riflessioni

Un tipico film hollywoodiano in parte manipolatore di menti, con anche la tipica teoria degli alieni che controllano l'umanità e la reimpiantano su pianeti vergini come da uno zoo all'altro.
Ma anche da questo film si può riflettere su un punto: non è necessario l'intervento di entità "superiori" di alcun tipo per evitare che accadano certe catastrofi.
Di recente ci sono stati parecchi episodi evitabili, previsti da varie persone che hanno semplicemente constatato la realtà e che non sono state ascoltate. Ad esempio, la catastrofe mal gestita di New Orleans; ma ancora più evidenti sono quelle italiane: quella a L'Aquila, con violazione delle norme antisismiche e case costruite con la sabbia; o quella a Messina, con il disboscamento della montagna e l'inevitabile frana che ha travolto case costruite in zona pericolosa. In entrambi i casi, c'erano tutti i segnali e gli avvertimenti che avrebbero potuto evitare tante vittime.
Basterebbe ascoltare certi segnali e prevenire possibili catastrofi, senza dover attendere le voci degli alieni...

Film manipolatore e di propaganda, evitabile o comunque guardabile con occhio critico.

venerdì 6 novembre 2009

Capitalism: A Love Story

CAPITALISM: A LOVE STORY


Il 30 ottobre è stato distribuito nei cinema italiani il nuovo film-documentario di Michael Moore: "Capitalism: a love story".
Opera fondamentale, mostra la situazione economica e sociale imposta dal capitalismo e dominante nelle società "occidentali".

Michael Moore già aveva trattato alcuni aspetti di questa tematica 20 anni fa, con il film "Roger & Me", con cui, trattando la crisi che aveva colpito Flint, mostrava come gli Stati Uniti si basassero su un sistema insostenibile che portava all'impoverimento di intere città, fino a trasformarle in città fantasma (mentre la gente veniva sbattuta in mezzo alla strada).
Aveva accennato al problema della ricerca esclusiva di profitti anche in "Sicko", con cui mostrava come il sistema capitalista fosse stato applicato alla sanità, senza alcun beneficio alla collettività (anzi!).

Facendo qualche accenno anche a questi due suoi precedenti fim, Moore torna a mostrare come il sistema capitalista, con "libero mercato" unito a deregolamentazione e basato esclusivamente sulla ricerca di profitto a scapito delle vite umane e dello sviluppo della società, sia un sistema criminale, immorale, dannoso e ingiusto.
Dopo 20 anni dal suo primo avvertimento, purtropo il sistema non è cambiato, ma si è diffuso arrivando al livello critico attuale.
Viene sottolineato che negli Stati Uniti (come in Italia, del resto), a dominare sono gruppi d'affari, non il popolo come prevederebbe la "democrazia". Questo fa sì che le leggi favoriscano quei gruppi, società e banche che cercano profitto e non si pensa ai lavoratori che vengono licenziati anche se produttivi, non si pensa alle famiglie sfrattate perché truffate dalle banche, ecc.
Negli Stati Uniti alcune aziende sono arrivate a fare assicurazioni sulla vita per i dipendenti dei livelli più bassi, i cui beneficiari erano le aziende stesse, di modo che i dirigenti avrebbero guadagnato dalla morte dei propri dipendenti (mentre spese mediche e burocratiche restavano comunque a carico delle ignare famiglie dei defunti).
Per non parlare della sanità a scopo di lucro (trattata in "Sicko") che arriva a contrastare chi ha bisogno di cure.

Purtroppo, però, quello che sta avvenendo nella società "occidentale", è una triste ripetizione di ciò che avveniva nel '29 negli Stati Uniti e che avrebbe dovuto mettere in guardia affinché non si ripetesse ciò che invece sta accadendo.
Ma avvertimenti e mòniti per cercare il benessere comune e non il profitto, c'erano già da secoli. Almeno dal '700, quando i valori della ricerca del bene comune furono inseriti anche nella Costituzione statunitense.
Per non parlare del messaggio evangelico (a cui accenna Michael Moore nel film), che dice di occuparsi dei poveri e degli ammalati, e che non si può servire Dio e mammona.
Purtroppo, si apprende che a Wall Street (che ha influenzato la politica statunitense e non solo), il mercato e quindi il denaro è venerato, Wall Street è considerato un luogo sacro (!) dai criminali che stanno distruggendo il pianeta e la società mondiale.
Tra Dio e mammona, è evidente quale è stata la scelta fatta dai gruppi d'affari che governano i paesi "occidentali".

Moore conclude indicando una possibile soluzione (abbastanza simile a quella indicata da altri anche in Italia): unirsi nella protesta per ottenere giustizia e democrazia, ma anche votare per le persone giuste ogni volta che se ne ha la possibilità, perché se si continua a votare sempre più verso i gruppi d'affari che hanno governato fin ora (i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti), il cambio di rotta difficilmente si può ottenere (anche perché chi ci sta guadagnando non ha alcuna intenzione di spartire i propri privilegi con altri, come qualcuno spera votandoli).

Film indispensabile, da vedere!


Clicca qui per vedere gli orari di programmazione nei cinema di Roma.

sabato 24 ottobre 2009

Festival di Roma 2009

FESTIVAL DI ROMA

Dal 15 al 23 ottobre si è svolta la 4^ edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma.

Riporto l'articolo in cui vengono annunciati tutti i premiati di quest'anno.

23/10/09 - Una giuria internazionale composta da personalità del mondo delle arti e della cultura ha giudicato i film in concorso nell'ambito della Selezione Ufficiale. Milos Forman è il presidente, affiancato da Gabriele Muccino, Gae Aulenti, Jean-Loup Dabadie, Pavel Lungin, Senta Berger.
La giuria internazionale ha assegnato:

- Premio Marc'Aurelio d'Oro della Giuria al miglior film:Brotherskab / Brotherhood di Nicolo Donato
- Premio Marc'Aurelio d'Argento della Giuria alla migliore attrice:Helen Mirren per The Last Station
- Premio Marc'Aurelio d'Argento della Giuria al migliore attore:Sergio Castellitto per Alza la Testa
- Gran Premio della Giuria Marc'Aurelio d'argento: L'uomo che verrà di Giorgio Diritti


IL PREMIO ASSEGNATO DAL PUBBLICO
Il Festival Internazionale del Film di Roma prevede la partecipazione di tutti gli spettatori all'assegnazione del Premio Marc'Aurelio d'Oro del pubblico al miglior film - BNL. Ad ogni possessore di biglietto è stata consegnata, all'ingresso in sala, una tessera "gratta e vota" relativa al film in programmazione, con la quale il pubblico ha espresso il proprio gradimento. I film che hanno partecipato all'assegnazione del premio sono quelli in concorso della Selezione Ufficiale.
Il pubblico ha assegnato il:
- Premio Marc'Aurelio d'Oro del pubblico al miglior film - BNL: L'uomo che verrà di Giorgio Diritti


I PREMI ASSEGNATI DALLE GIURIE DI RAGAZZI
Due giurie, una composta da 29 ragazzi dagli 8 ai 13 anni e l'altra da 35 ragazzi dai 14 ai 17 anni scelti sul territorio nazionale, ha assegnato i premi della sezione Alice nella città.
- Premio Marc'Aurelio d'Argento Alice nella città sotto i 12 anni:Last Ride di Glendyn Ivin
- Premio Marc'Aurelio d'Argento Alice nella città sopra i 12 anni:Oorlogswinter / Winter in Wartime di Martin Koolhoven

- Menzione speciale: Vegas di Gunnar Vikene


IL PREMIO AL MIGLIOR DOCUMENTARIO
La giuria per i documentari diretta da Folco Quilici con Francesco Conversano, Salvo Cuccia, Giovanna Gagliardo, Gianfranco Pannone, Franco PiavolieSherin Salvetti ha assegnato il premio Marc'Aurelio d'argento al miglior documentario per la Sezione L'Altro Cinema | Extra.

- Premio Marc'Aurelio d'argento al miglior documentario per la Sezione L'Altro Cinema | Extra: Sons of Cuba di Andrew Lang

- Menzione speciale: Fratelli d'Italia di Claudio Giovannesi
- Menzione speciale: Severe Clear di Kristian Fraga


IL PREMIO ALLA CARRIERA

Dopo Sean Connery, Sophia Loren e Al Pacino, il Festival rende omaggio all'attrice che ha ricevuto più nomination nella storia dell'Academy, Meryl Streep. A lei viene assegnato il Premio Marc'Aurelio d'Oro alla Carriera.

(www.romacinemafest.it)

mercoledì 7 ottobre 2009

La custode di mia sorella

“La custode di mia sorella” di Nick Cassavetes, con Cameron Diaz per la prima volta in un ruolo drammatico.

TRAMA
Una coppia di genitori, per poter effettuare il trapianto di midollo spinale alla loro primogenita malata di leucemia, decide di concepire una seconda figlia il cui corredo genetico sia compatibile. Nonostante il buon rapporto che si instaura tra le due figlie, la secondogenita, all'età di 11 anni decide di interrompere le terapia e fare causa ai genitori. La svolta drammatica spinge a riflettere su alcuni problemi etici, morali e giuridici profondi.

CONSIDERAZIONI
Giudizio sicuramente positivo per questo film - vietato in Italia ai minori di 14 anni (anche giustamente, visto il tema e la presenza di scene molto forti).

NOTA STONATA
L'unica nota stonata del film può essere una frase ambigua pronunciata nella prima parte, che si può prestare a facili strumentalizzazioni e generalizzazioni.
Mi riferisco alla frase
"Abbiamo agìto contro natura e siamo stati puniti".
SPUNTI di RIFLESSIONE
Come per qualunque opera, anche in questo caso è possibile partire da questo film per aprire profonde riflessioni su varie tematiche, iniziare ampi dibattiti, in campo nazionale o anche internazionale, soprattutto in questo caso in cui vengono toccati argomenti molto importanti e delicati, ma fondamentali.

  • A partire dal tema della creazione di persone/copie genetiche al solo scopo di prelevare da esse organi da reimpiantare nelle persone originali (rischio già trattato, ad esempio, in "The Island").
  • Da qui, si potrebbe arrivare a trattare anche argomenti come i rischi che ci possono essere lasciando Scienza, Ricerca e Sanità senza limiti di alcun genere (anche morali) e senza controlli.
  • Così si finirebbe per trattare anche delle sperimentazioni superflue, inutili e immorali (attualmente si parla di un 80% in tal senso).
  • C'è poi il rischio della creazione (volontaria o involontaria) di nuove malattie (come ipotizzato, ad esemio, nel film "Mission: Impossible 2", e come si dice sia avvenuto per l'AIDS e anche per il virus A/H1N1)
  • Quindi, c'è il tema (molto attuale) dell'accanimento terapeutico, su cui si erano accesi i riflettori in Italia con il caso Englaro (durato 17 anni). Attualmente, purtroppo, invece di aprire il dibattito nazionale e interpellare i cittdini su un argomento tanto importante, è stata presentata la legge Calabrò in tema di Testamento Biologico che, oltre a non essere minimamente il frutto di discussioni o referendum popolari, va contro una parte non trascurabile dei cittadini italiani (che si sono espressi diversamente in questi anni), e va esattamente nella direzione opposta rispetto ai provvedimenti che si stanno prendendo in paesi come la Germania e la Gran Bretagna, per non parlare dell'Olanda. L'assurdità della legge presentata diventa evidente in passaggi contraddittori come il seguente:
    "2.Il divieto di accanimento terapeutico non può legittimare attività che direttamente o indirettamente, per loro natura o nelle intenzioni di chi li richiede o li pone in essere, configurino pratiche di carattere eutanasico o di abbandono terapeutico."
  • E, ovviamente, c'è il tema principale della lotta contro il cancro, che porta a riflettere sulla necessità di individuare sistemi più efficaci per curare questo tipo di malattie. Il che, farebbe parlare nuovamente delle cellule staminali che, secondo recenti studi, potrebbero essere alla base per poter curare direttamente le cellule malate senza la necessità di trapianti o di "copie genetiche", e soprattutto si andrebbero finalmente a sostituire le attuali tecniche invasive (non troppo efficaci) che bombardano l'intero organo/organismo malato, portando a conseguenze e sofferenzze ormai risapute. Invece di bloccare la ricerca, forse sarebbe il caso di incentivarla (non senza controllo) affinché, grazie alle cellule staminali, si riesca a circoscrivere l'intervento alle sole cellule già malate. Sarebbe una svolta significativa.
Insomma, ottimo film, ottime interpretazioni, e ottimi i tanti spunti di riflessione.
Consigliato.

venerdì 25 settembre 2009

Oil

Segnalo un altro film, "Oil", di Massimiliano Mazzotta.
Si tratta di un documentario che tratta dell'inquinamento prodotto dalle raffinerie in Sardegna, delle condizioni dei lavoratori e dei possibili legami tra i fumi delle raffinerie e l'incidenza tumorale o le affezioni alle vie respiratorie.
Con questo film, Mazzotta ha vinto la seconda edizione dell'Ecologico International Film Festival “per la rabbia militante con cui documenta la delittuosità di un sistema industriale (come si legge nelle motivazioni della Giuria).
Il documentario, però,
è stato oggetto di censura in un altro festival ed è in corso un contenzioso tra la Saras (dei fratelli Moratti) e il regista in sede giudiziaria civile per impedirne la diffusione.
(L'Espresso blog)
Di "Oil" si è parlato anche sul primo numero del nuovo quotidiano nazionale "Il Fatto Quotidiano":

C'è un film invisibile come i tumori degli abitanti di Sarroch, propaggine di Cagliari, sede della Saras, la più grande raffineria del Mediterraneo edificata per volontà di Angelo Moratti quasi mezzo secolo fa: la Sardegna lasciò passare lo “s t ra n i e ro ” il 24 maggio del 1962. “Oil” è lo sconvolgente racconto di un cataclisma sociale, l’odore del petrolio in presa diretta. Scava dentro i dubbi, declina risposte scomode, insinua soprattutto una stretta relazione tra l’incidenza tumorale e i fumi che colorano il paesaggio di una riserva naturale trasformata in polo petrolchimico allargato (Saras, Polimeri Europa, Sarlux, Sasolo, Air Liquide, Enichem). Ipotesi e riflessioni che a Massimiliano Mazzotta, documentarista leccese di 37 anni, stanno cambiando l’esistenza. Per girare e autoprodurre “Oil”, ha speso 15.000 euro. Meno, molto meno di quanto gli avvocati di Saras Raffinerie Sarde S.p.a, non pretendano da lui per aver prospettato fatti “totalmente difformi dal vero”. E’ un uomo in fuga. “Non vivo da otto mesi. Quando sbarco in Sardegna, mi sento come un terrorista. Tribunali, udienze, citazioni. Prima di questa esperienza, non sapevo neanche cosa fosse uno studio legale”. Stamane, in un’aula cagliaritana di giustizia, si discuterà del sequestro probatorio dell’opera. E’ la prima volta che un giudice si pronuncia su “Oil” e la decisione, potrebbe suonare già d e fi n i t i va . L’idea di ragionare sulla Saras, a Mazzotta venne durante una vacanza sarda del 2007. Accese la telecamera ad agosto. Centotrenta ore di materiali, rifiutate da grandi distribuzioni e piccole rassegne. Rari inviti, retromarce inattese, dinieghi impauriti. Così “Oil” è scivolato rapidamente nell’anonimato. Al festival di Arenzano, periferia di Cannes, cinque giorni fa, la pellicola è rimasta nella “pizza”. Merito di una diffida preparata per conto della famiglia Moratti dagli avvocati Miglior Chessa e Luminoso. Un sentiero fitto di appigli procedurali e conclusioni che al termine della lettura, sembrano evocare lo spettro della censura. A Sarroch, Il “Todo modo” del nuovo millennio, non l’ha visto quasi nessuno. Mazzotta non è il regista Elio Petri e un colpevole certo, a Sarroch e dintorni, non è stato individuato. La diffusione dell’opera ha avuto afrori semiclandestini. Un’affollata proiezione in un bar e il rabbioso imbarazzo del sindaco di centrosinistra Mauro Cois: “La demagogia non serve a nulla. La mia amministrazione lavora da due anni a un’indagine epidemiologica che su base scientifica farà luce sulla vicenda. Il signor Mazzotta sprofonda nel facile sensazionalismo per pubblicizzare se s tesso. E’ un salto logico che io non mi posso permettere”. Cois ha visto “Oil” tre volte, quando gli chiedi se l’indagine abbia identificato un nesso tra raffineria e mali incurabili, si irrita. “Non le do la liberatoria per l’intervista, legga gli atti”. Poi saluta. Ha fretta. L’indagine condotta dal professor Biggeri, ordinario di Statistica medica all’università di Firenze sui decessi avvenuti a Sarroch tra l’81 e il 2001, elenca cifre e dati. Una minore mortalità rispetto alla media regionale per le malattie cardiovascolari, ma maggiore del due per cento, se si analizzano tumori e affezioni alle vie respiratorie. Percentuale che cresce esponenzialmente, analizzando il lasso temporale tra 2001 e 2003. Più 17 per cento. Mazzotta non polemizza con Cois: “Capisco i suoi timori. Mi ha raccontato che la Saras, che occupa quasi tre volte lo spazio fisico del paese, versa al comune 2.500.000 euro l’anno di solo Ici”. “Oil” fa paura. Parla di fumo, disperazione, oblìo. Di sicurezza negata e propaganda. Descrive la colonizzazione di un pezzo d’Italia costretto a patti dalla povertà. Da avamposto agropastorale, a promessa di modernità, il borgo è cresciuto con la Saras. Di pari passo, legando il proprio destino alle emissioni di benzene. Là dove non c’era niente, oggi si trova lavoro per tutti. Milleottocento posti fissi e un indotto che con l’appalto alle numerose ditte esterne che si avvicendano nel rischioso andirivieni tra esalazioni e cisterne, “solle va” la depressione dell’intero Sud Sardegna. Mazzotta ha chiesto le autorizzazioni per accedere all’impianto. Incredibilmente, gli sono state concesse. Secondo i legali di Moratti con dolo e slealtà. “Mi hanno sottovalutato. Ritenevano impossibile che un signor nessuno creasse danni”. Un baco nel sistema che gli ha permesso di addentrarsi in una realtà difficile: “Dove i controlli medici sui lavoratori si svolgono a bordo di roulotte, gli orari dei turni non permettono distrazioni e si muore, come nel maggio 2009”. Tre operai caduti sul lavoro, mentre pulivano l’impianto di desolforazione. In “Oil”, i responsabili della Saras, parlano a lungo. C’è spazio per le riflessioni dell’ex responsabile della comunicazione Giorgio Zonza (al suo posto ora recita Stefano Filucchi, ex poliziotto, membro dell’Osser vatorio sulla sicurezza negli stadi al Viminale e vice direttore generale dell’Inter, in visita allo stabilimento con i calciatori Chivu e Cordoba, il 19 settembre). Zonza discute di “p ro - gre s s o ” e mostra un gabbiano giocattolo. Gabì, utilizzato sui banchi delle elementari di Sarroch e disegnato in pubblicazioni ad hoc (“Alla scoperta della Saras”) come simbolo di amicizia infantile, mentre tira un calcio al pallone, magnifica l’espansione dell’azienda: “E’ grande come trecento campi di calcio” e suggerisce suadente ai bambini: “La parola magica è petrolio”. In 47 anni, non è cambiato niente. Dagli spot in pellicola degli albori, tono da cinegiornale e sorti progressive disegnate da una voce fuori campo: “La raffineria è pronta (...) la gigantesca candela simbolo delle raffinerie, arderà perennemente nel cielo sardo per terra e per mare” ad oggi. La fiamma, in effetti, brucia. Nell’atto di citazione che invita Mazzotta a comparire, i legali sbandierano le certificazioni europee (Iso 14001 e Emas) su ambiente e sicurezza che mettono la Saras al riparo dalle contestazioni. Ma a Sarroch il pesce sa di nafta e i bambini, secondo il professor Biggeri, hanno subito modificazioni “pur reversibili” del Dna. Se il film fosse veicolato, il danno d’immagine per una famiglia impegnata in attività sociali e ambientali, sarebbe enorme. Come dice Gianmarco Moratti, nelle sequenza finale: “La Saras è la nostra famiglia”. E nel clan, spazio per chi non spegne la telecamera, non si intravede.

Il Fatto Quotidiano

mercoledì 23 settembre 2009

The Age Of Stupid

"The Age of Stupid", di Franny Armstrong, è un fanta/documentario ibrido ambientato nel 2055, quando le ultime persone vive su una Terra devastata guardano le immagini del 2008 chiedendosi: "perché non abbiamo fermato il cambiamento climatico quando ne avevamo la possibilità?"

Il lancio mondiale della pellicola c'è stato il 21 settembre a New York, alla presenza di Kofi Annan.
Il 22, invece, c'è stata la première che ha coinvolto 40 paesi di tutto il mondo: all'evento, per il quale è stato disteso un tappeto verde, il cinema di New York alimentato ad energia solare è stato collegato via satellite con altri 442 cinema degli Stati Uniti e più di 200 cinema in oltre 45 paesi.
C'è stata anche l'esibizione di Moby e Thom Yorke.
Grazie alla connessione satellitare, oltre ad aver risparmiato sulla produzione e sulla distribuzione delle pellicole, c'è stato un enorme risparmio di emissioni di Co2.



The Age of Stupid (L'Era degli Stupidi) comprende il periodo che va dall'ascesa dei motori a combustione interna fino al superamento del limite di 2 C° nella corsa al riscaldamento globale (all'incirca 1850 - 2020)". Così è scritto in un libro di storia del futuro...

Il protagonista, Pete Postelethwite è un anziano signore nel mondo devastato del 2055, guardando un archivio fotografico del 2008 si chiede "Perchè non abbiamo arrestato il cambiamento climatico quando ne avevamo la possibilità?"

Il film, frutto dell'impegno di produttori indipendenti inglesi, sarà in prima mondiale martedì 22 settembre.

Non perdere l'occasione, vai a vedere Age of Stupid e promuovine la diffusione, con il passaparola, con i social network... Il film infatti non è supportato da una tradizionale struttura di distribuzione.


Il film è sostenuto anche da Greenpeace e WWF per il suo messaggio coinvolgente in vista del Summit sul clima di Copenhagen che si svolgerà a dicembre. Il film sarà proiettato in centinaia di cinema in più di 40 paesi dall’Europa all’Asia, dal Medio Oriente all’Africa, in molte sale addirittura simultaneamente. Nei paesi in cui i cinema non potranno partecipare, ci saranno delle “mini anteprime”, presso luoghi di ritrovo e altri locali non tradizionali, organizzate da volontari di tutto il mondo.

WWF e Greenpeace:

"Invitiamo tutti ad andare a vedere questo nuovo film, coinvolgente e capace di creare le connessioni tra la nostra vita quotidiana e il problema dei cambiamenti climatici. Invitiamo gli spettatori ad accostarsi all'opera con la forza dell'ottimismo della volontà: il clima che cambia è certamente un tema drammatico, e il nostro modo di vivere spesso è illogico e stupido, ma abbiamo l'occasione di fermarci in tempo, evitare gli effetti più drammatici e incontrollabili del riscaldamento globale e correggere le grandi storture della nostra epoca. Altrimenti la nostra sarà inevitabilmente ricordata come l’Era degli Stupidi, che sapevano e hanno fatto finta di niente".

L’evento centrale sarà a New York, nel programma ufficiale della “Settimana del clima” promossa dall’ONU.

L’anteprima sarà presentata da Kofi Annan, Gillian Anderson, l’attore protagonista Pete Postlethwaite, e i registi Franny Armstrong e Lizzie Gillett. Chiunque in tutto il mondo avrà la possibilità di partecipare all’evento The Age Of Stupid acquistando biglietti per una delle centinaia di anteprime mondiali nel proprio paese.

The Age of Stupid è una produzione collettiva, nel senso che il budget del film, di 450.000 dollari, è stato finanziato da 223 individui e gruppi preoccupati per i mutamenti climatici..

Si tratta di gruppi di ogni tipo, da una squadra di hockey a un centro benessere femminile, e ciascuno di loro possiede una percentuale del film. L’anteprima di The Age of Stupid nel Regno Unito non ha richiesto la connessione alla rete elettrica principale, essendo alimentata con successo soltanto da pannelli solari e producendo soltanto l’1% delle emissioni di anidride carbonica di una normale anteprima in stile hollywoodiano. Con 62 proiezioni in simultanea del film, l’anteprima nel Regno Unito è entrata nel Guinness dei primati come la più grande anteprima cinematografica in simultanea. Nella prima settimana di apertura, Stupid è risultato il primo film sugli schermi, battendo Duplicity, con Julia Roberts, e The Millionaire.

Franny Armstrong, regista del film:

"La nostra risposta al mutamento climatico definirà la nostra generazione, allo stesso modo in cui finire l’apartheid, bandire la schiavitù o raggiungere la luna ha definito le generazioni passate. Al momento, stiamo vivendo nell’era della stupidità, The Age of Stupid, ma siamo ancora appena in tempo per cambiare le cose".
(WWF.it)

martedì 22 settembre 2009

Videocracy

Videocracy è un film documentario sull'Italia.

È un'analisi del potere della televisione e di come essa influenzi comportamenti e scelte della popolazione italiana, di come essa sia entrata nella vita quotidiana come principale fonte di informazione per la quasi totalità delle persone. Gandini focalizza l'attenzione soprattutto sull'impero mediatico di Silvio Berlusconi e su come questo sia la fonte del suo potere politico. Il documentario non approfondisce la vicenda berlusconiana ma si evolve per suggestioni, evidenziando la penetrazione sociale dei valori promossi dalla televisione commerciale. Nel documentario sono presentati, come personaggi paradigmatici della videocrazia e della perdita dei valori sociali, Lele Mora (che a fine film pronuncerà il 'basta apparire' che compare nel titolo) e Fabrizio Corona.
(Wikipedia)


Dopo che è stata negata la possibilità di pubblicizzare il film sulle televisioni nazionali, il film è approdato in poche decine di sale cinematografiche in tutto il territorio nazionale (dove rimangono spesso non più di una settimana).
Interessante vedere anche i trailer censurati ed ascoltare l'intervista al regista Erik Gandini e a Domenico Procacci della Fandango.


venerdì 18 settembre 2009

Nassiryia - Per non dimenticare

Dopo l'attentato a Kabul che è costato la vita ad altri 6 militari italiani, su Canale 5 è stato trasmesso "Nassyryia - Per non dimenticare", film sulla strage del 2003 in Iraq.
Il nostro pensiero va certamente a tutte le famiglie delle vittime, di questa strage come di quelle passate, ed esprimiamo il nostro più profondo cordoglio alle famiglie dei militari.

Dopo quest'altra strage in Afghanistan, però, è inevitabile una riflessione su questa missione di guerra.
Per quanto si tratti di un buon film, la riflessione proposta da Canale 5 non può essere soddisfacente.
Ricordiamo, ad esempio, che l'"Operation Iraqi Liberty" ("O.I.L.") non aveva sicuramente come scopo la lotta al terrorismo o "l'esportazione della democrazia". Su questo, il film lascia parecchio a desiderare, visto che non effettua alcuna vera analisi e non presenta punti di riflessione concreti.
Probabilmente, invece di una fiction stereotipata e propagandistica, quello che sarebbe stato giusto trasmettere sarebbe stato un documentario che analizzasse i motivi per cui i militari erano lì e che indagasse sulle reali funzioni assegnate loro.
Invece di una fiction, è consigliabile, dunque, guardare un documentario come il "Reportage" visibile su Google Videos, per riflettere su cosa abbia spinto davvero ad intervenire in quelle zone.
Mentre qualcuno dice di seguire una fantomatica "Strategìa della Vittoria" sbandierata nei talk show, per uno Stato che "ripudia la guerra" sarebbe forse il caso di smetterla di appoggiare una "missione d'affari" criminale e ritirare l'esercito da questa guerra che dura da ormai 8 anni, soprattutto quando i motivi del coinvolgimento e le funzioni delle parti coinvolte restano oscure.

domenica 13 settembre 2009

Festival di Venezia 2009

FESTIVAL DI VENEZIA

Riporto i premi assegnati ieri alla serata conclusiva del Festival di Venezia.

66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica

Direttore Marco Müller

2 > 12 settembre 2009

Premi ufficiali

La 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica si è svolta dal 2 al 12 settembre 2009.
Le Giurie Internazionali hanno assegnato i seguenti premi:
Venezia 66
- Leone d’Oro per il miglior film: Lebanon di Samuel MAOZ (Israele, Francia, Germania)
- Leone d'Argento per la migliore regia: Shirin NESHAT per il film Zanan bedoone mardan (Women Without Men) (Germania, Austria, Francia)
- Premio Speciale della Giuria: Soul Kitchen di Fatih AKIN (Germania)
- Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Colin FIRTH nel film A Single Man di Tom FORD (Usa)
- Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Ksenia RAPPOPORT nel film La doppia ora di Giuseppe CAPOTONDI (Italia)
- Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente: Jasmine TRINCA nel film Il grande sogno di Michele PLACIDO (Italia)
- Osella per la miglior scenografia: Sylvie OLIVÉ del film Mr. Nobody di Jaco Van Dormael (Francia)
- Osella per la migliore sceneggiatura: Todd SOLONDZ per il film Life During Wartime di Todd SOLONDZ (Usa)

Orizzonti
- Premio Orizzonti al film Engkwentro di Pepe DIOKNO (Filippine)
- Premio Orizzonti Doc: 1428 di DU Haibin (Cina)
- Menzione Speciale: Aadmi ki aurat aur anya kahaniya (The man’s woman and other stories) di Amit DUTTA (India)
Controcampo Italiano
- Premio Controcampo Italiano: Cosmonauta di Susanna NICCHIARELLI (Italia)
al regista Kodak offrirà inoltre un premio del valore di 40.000 Euro in pellicola cinematografica negativa nei formati 35 o 16mm (a discrezione del vincitore) che gli permetterà di girare un altro lungometraggio.
- Menzione Speciale: Negli occhi di Daniele ANZELLOTTI e Francesco DEL GROSSO (Italia)

Corto Cortissimo (Premi assegnati il 10 settembre 2009)
- Leone Corto Cortissimo al film Eersgeborene (First Born) di Etienne Kallos (Sud Africa, Usa)
- Candidatura Mostra di Venezia per gli European Film Awards (EFA): Sinner di Meni Philip (Israele)
- Menzione speciale: Felicità di Salomé Aleksi (Georgia)
Premio “Luigi De Laurentiis" per un'Opera Prima
Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima (Luigi De Laurentiis): Engkwentro di Pepe DIOKNO (Filippine) - ORIZZONTI
Nonché un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.



Premio Persol 3-D per il miglior film 3-D stereoscopico dell’anno (Premio assegnato l'11 settembre 2009)
- Premio Persol 3-D al film The Hole di Joe Dante (Usa)


Alla fine, dunque, l'Italia ha ottenuto i premi per le migliori interpretazioni femminili, con Ksenia Rappoport in "La doppia ora" e con Jasmine Trinca in "Il grande sogno".

Quando riuscirà, il Cinema italiano, a tornare ai livelli di film come "Il buono, il brutto e il cattivo" (trasmesso ieri in TV), tornando ad essere un punto di riferimento per il Cinema mondiale e tornando ad avere la possibilità di esaltare e valorizzare concretamente i grandi talenti nostrani? Possibile che la professionalità di attori e attrici italiani di altissimo livello continuino ad essere sprecati in produzioni insignificanti, irrilevanti e che sicuramente non troveranno l'interesse neanche tra il pubblico nazionale? Davvero, ottenere successo internazionale sarebbe tanto negativo per il nostro Paese?
Mah.

venerdì 11 settembre 2009

La doppia ora - Buone impressioni

Le buone impressioni suscitate da "La doppia ora" di Giuseppe Capotondi (uno dei due film italiani interessanti di questa stagione autunnale) trovano ulteriori conferme dalla reazione che si è vista dopo la sua proiezione al Festival di Venezia.

Il film racconta dell'incontro tra una cameriera in un hotel e un guardiano. Tra i due c'è sùbito un'intesa profonda, ma la storia d'amore viene bruscamente interrotta dalla morte dell'uomo durante una rapina. Le indagini della polizia faranno emergere che nessuno dei personaggi indagati è quello che sembra...


Dopo la proiezione di giovedì, "La doppia ora" ha riscosso gli applausi anche della stampa straniera.
Per quanto riguarda il fatto che questo Thriller non sembra un'opera italiana, il regista ha accettato (giustamente) in modo positivo e come un complimento questo tipo di osservazione, visto che sembra siano stati in parecchi ad aver avuto questa stessa impressione.
Capotondi ha dichiarato "Essere a Venezia è una sensazione mista di orgoglio e paura. Sono grato a Marco Mueller per avermi voluto qui, ma non sono certo al livello di Werner Herzog. Per il mio film e per gli stilemi del thriller e del noir, mi sono ispirato al cinema di Polanski, al primo Dario Argento e Lucio Fulci per quanto riguarda le atmosfere thriller e a Cassavetes per il lavoro sugli attori, ma anche a tutti quegli autori che indagano sull'anima."

E domani, sabato 12 settembre, c'è l'ultima giornata del Festival di Venezia.

giovedì 10 settembre 2009

Autunno 2009 al Cinema

Un autunno ricco di ottimi film è quello che si presenta quest'anno per gli appassionati della settima arte.

Da Hollywood giunge come sempre l'offerta più variegata e attraente per il grande pubblico. Già solo a settembre sono presenti titoli importanti con registi e attori di primo livello.

  • Woody Allen da regista e sceneggiatore, presenta la commedia psicologica “Basta che funzioni” (18 settembre) in cui un uomo in crisi conosce una donna con cui inizia una storia d'amore che li porta al matrimonio, ma con l'arrivo della madre di lei ecco che il pessimismo torna a farsi largo nella mente del protagonista.

  • The informant” (18 settembre) di Steve Soderbergh mostra un Matt Demon ingrassato, invecchiato, con occhiali e baffi, che si cimenta nel classico film sugli infiltrati per caso. Interpreta, infatti, un biochimico che viene scelto dall'FBI per smascherare le frodi di una multinazionale. Nonostante il fatto che questo film si aggiunge ad un già ricco filone di questo genere, l'atmosfera e il ritmo può far passare un paio di ore piacevoli.

  • Un film drammatico ma di sicuro interesse è “La custode di mia sorella” (già distribuito dal 4 settembre) di Nick Cassavetes, che oltre a firmare la regia ha anche collaborato alla sceneggiatura. Il film, che mostra per la prima volta la brillante Cameron Diaz in un ruolo drammatico, racconta di una coppia di genitori che, per poter effettuare il trapianto di midollo spinale alla loro primogenita malata di leucemia, decide di concepire una seconda figlia il cui corredo genetico sia compatibile. Nonostante il buon rapporto che si instaura tra le due figlie, la secondogenita, all'età di 11 anni decide di interrompere le terapia e fare causa ai genitori. La svolta drammatica spinge a riflettere su alcuni problemi etici, morali e giuridici che ormai sarà difficile rimandare ancora di affrontarli. Caso più unico che raro, in Italia è stato vietato ai minori di 14 anni a causa delle tematiche molto profonde.

  • Torna ad avere successo al botteghino statunitense Sandra Bullock grazie alla commedia sentimentale “Ricatto d'amore” (già distribuito dal 4 settembre), in cui interpreta un'editrice che, per evitare il rimpatrio, organizza un matrimonio farsa con un subalterno che per anni ha maltrattato. Per far sembrare credibile la loro storia, la protagonista va a conoscere i genitori di lui in Alaska, dove però i ruoli si ribalteranno.

    [Certo, non viene trattato il tema dei licenziamenti che stanno continuando a colpire sempre più persone in Occidente, lo sfruttamento delle persone (trattate come “risorse”, quindi come merce, come fossero minerali), la disoccupazione, la crisi economica che a tanti non permette di metter su famiglia neanche volendo (e che sta continuando a far arricchire non poco gli stessi che l'hanno causata e che ora si auto-incaricano di risolverla), ecc.]

  • Il cinema statunitense non fa mancare neanche il genere fantascientifico grazie a “Segnali dal futuro” (già distribuito dal 4 settembre) con un'altra star hollywoodiana: Nicolas Cage. Nel film vengono ritrovati dei fogli di una scuola elementare del 1959 su cui fu chiesto ai bambini di disegnare la loro idea del futuro. Su uno di questi fogli, però, si scopre che una bambina aveva scritto le date delle più grandi catastrofi planetarie e il relativo numero esatto di vittime. Una delle profezie prevede un altro futuro disastro globale...


Anche nei mesi successivi non mancherà grande cinema.

Ad ottobre uscirà:

  • il documentario “Capitalism: a love story”, la nuova opera di Michael Moore che guarda con occhio critico al sistema capitalista Occidentale che ha portato alla più grande crisi economico-finanziaria-umanitaria globale della storia.

  • Il corpo di Jennifer” (23 ottobre) con Megan Fox, è classificato come commedia nera, (ma forse sarebbe meglio dire “genere demoniaco-sanguinario”?) genere ormai molto in voga ad Hollywood. In questo caso la protagonista è una ragazza-demone che attrae giovani compagni di scuola per poterli divorare, dato che lei si nutre di carne umana.

  • Torna anche Quentin Tarantino con “Bastardi senza gloria” (2 ottobre), classificabile come film di guerra, con cui Brad Pitt diventa un generale della Francia occupata dai nazisti nel 1940 che va a caccia di nazisti.

  • Molto interessante è poi il thriller “Shutter Island” (2 ottobre, forse), che vede di nuovo la collaborazione tra il regista Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio. Il film, tratto dal romanzo omonimo di Dennis Lehane, mostra due agenti di polizia che restano bloccati in un carcere su un'isola, dove devono indagare per la scomparsa di una detenuta.

  • C'è spazio anche per il film d'animazione “9” (9 ottobre), prodotto da Tim Burton. La trama è tratta da un cortometraggio del 2005 che ottenne una nomination agli Oscar. Ambientato in un mondo parallelo post-apocalittico in cui l'umanità è minacciata, delle bambole di pezza viventi tentano di salvare una di loro.


A novembre, invece:

  • Da Hollywood giungerà anche un nuovo kolossal, ambientato nel periodo della Grande Depressione del '29. Riprende un po' il filone gangster in stile “Il padrino”, che esalta e giustifica la criminalità. E' “Nemico pubblico”, dietro il cui titolo si nasconde Johnny Depp (nei panni del protagonista) diretto da Michael Mann.

  • Twilight-New Moon” è il secondo capitolo della saga vampiresca adolescenziale.

  • C'è anche l'ambientalista “2012” di Roland Emmerich, con cui si torna a parlare dei rischi dei cambiamenti climatici, anche se probabilmente si tratta sempre di una struttura narrativa più incentrata sugli effetti speciali spettacolari che non su una reale riflessione sull'azione dell'Uomo.


* Ovviamente, molti dei film tipici hollywoodiani hanno anche i classici elementi ipocriti, buonisti e propagandistici che esaltano il modello di società statunitense che ha portato alla più grave crisi mondiale della storia, sebbene tali elementi siano abbastanza nascosti (soprattutto ai più ingenui o assuefatti, grazie a 100 anni di esperienza in campo cinematografico).

Ad ogni modo, anche per chi sa riconoscere l'ipocrisia e le manipolazioni del Cinema statunitense, c'è un'offerta così ampia che anche i suoi gusti possono essere soddisfatti. Altri film, nonostante tutto, possono essere anche godibili se guardati senza pretese.


Oltre alle produzioni hollywoodiane, ci sono anche altri film interessanti.

  • Gli abbracci spezzati” (2 ottobre) di Pedro Almodòvar e con Penèlope Cruz: un'altra coppia vincente.

  • Bruno” (23 ottobre), nuovo film sarcastico dell'inglese Sacha Baron Cohen.

  • Ma soprattutto, il film documentario svedese “Videocracy” (già distribuito dal 4 settembre in solamente 70 sale in tutta Italia), prodotto da Lars von Trier, diretto dall'italo-svedese Erik Gandini, che racconta l'attuale Italia che ormai ha perso ogni moralità, impantanandosi nella “cultura” televisiva commerciale basata su soldi-potere-immagine. Un ritratto dell'Italia moderna (l'”italietta” a cui si accenna in “Il Caimano”) talmente fedele da aver provocato già l'alzata di scudi della casta italiana che ha bloccato la pubblicizzazione del film non permettendo di trasmettere lo spot in TV, per non parlare della scarsissima distribuzione in Italia.


Il Cinema italiano, invece, proprio per l'ormai assodato freno all'arte, alla cultura, oltre che all'informazione e al raziocinio, resta bloccato sulle solite tematiche, il solito stile del passato e il solito cinema d'autore già visto, poco rilevante e di scarso successo (soprattutto in campo internazionale).

  • Giuseppe Tornatore torna a raccontare la sua Sicilia con “Baarìa”, come in “Nuovo Cinema Paradiso”, e torna a lavorare con Monica Bellucci, come in “Malena”. Il film parte dal 1910, un po' il periodo di “La leggenda del pianista sull'oceano”, e raccontando tre diverse generazioni, mostra la solita Italia povera della fine degli anni '30, per poi arrivare agli anni '80 ed infine il classico epilogo ai giorni nostri.

  • Michele Placido dirige “Il grande sogno”, con Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, che torna a raccontare il solito '68, prima dal presunto punto di vista della polizia e poi dal presunto punto di vista degli studenti, trattando sempre l'argomento senza contare le infiltrazioni di provocatori spinti proprio dallo Stato, come ammesso da Cossiga, per far apparire come violenti gli studenti e giustificare nell'opinione pubblica, grazie ai mass-media, la repressione violenta delle proteste.

  • Francesca Comencini ha diretto e sceneggiato “Lo spazio bianco”, con Margherita Buy: il solito dramma psicologico-familiare.

  • Spazio anche per il classico polpettone spacciato per film politico, ma che in realtà di politico ha ben poco: “Le ombre rosse” di Francesco Maselli. A parte l'infelice titolo copiato da un film di ben più elevato livello nella storia del Cinema, si tratta di un classico film da presunti intellettuali che non vuole dimostrare/comunicare/raccontare granché. Probabilmente lo vedrà solo chi deve studiare Cinema in Italia.

  • Con “Oggi sposi”, di Luca Lucini, si torna a sfruttare una struttura narrativa nel passato, principalmente caratteristico del Cinema italiano dei decenni passati: un tipico film ad episodi. Forse per chi fa cinema in Italia sta a cuore questo tipo di film, che comunque è stato usato per pèrle cinematografiche italiane. Ma un sistema obsoleto riciclato ai giorni nostri forse è giustificato dall'impossibilità di dar luce ad idee originali, mentre il Cinema italiano ripiega su storie e soggetti scarsi che facciano pensare il meno possibile e che attirino sempre meno persone. Forse, quindi, si è preferito unire tre cortometraggi per comporre un unico film.

  • C'è, poi, un altro tipico film sul dramma familiare, un genere di cui l'Italia ha ormai l'egemonia mondiale: si tratta di “Alza la testa” con Sergio Castellitto”.

  • Per non parlare della commedia moderna all'italiana, caratterizzata da isterismi e irrazionalità: “Matrimoni e altri disastri”, con Margherita Buy.

  • Altro mattone ambientato nel passato è “La prima linea”, con cui a Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno vengono fatti interpretare i soliti terroristi psichicamente combattuti degli anni '70 e '80, il periodo Cossiga.

  • Altro film non certo indispensabile per la storia del Cinema mondiale, il film storico “Barbarossa”, voluto dalla Lega. E ho detto tutto.


C'è anche un altro tipo di film:

  • Cado dalle nubi”, con cui Checco Zalone (conosciuto anche grazie alla trasmissione “Zelig”, forse in un momento in cui il programma si è un po' troppo degradato) proietta il suo personaggio nel mondo cinematografico, mettendo in scena anche la deprimente tematica di pregiudizi e contrapposizioni tra Nord e Sud Italia e, nel suo stile, varie tematiche d'attualità, anche se segue una storia d'amore e le vicende del suo personaggio secondo il suo stile (che può presentare elementi più o meno condivisibili). Nonostante il tipo di personaggio che caratterizza questo artista, le caratteristiche dell'Italia e il possibile modo di raccontare la vicenda, è un film che incuriosisce e potrebbe essere un buon film.


A parte queste maggiormente pubblicizzate produzioni, tra i film considerati di nicchia è possibile trovarne un paio interessanti.

  • Il primo ad ottobre: “Viola di mare” (16 ottobre), di Donatella Maiorca e con Valeria Solarino, tocca anche la tematica d'attualità dell'amore saffico. Il film, drammatico, è ambientato nella Sicilia dell'800, e racconta di una donna che si finge uomo per nascondere il proprio amore per un'altra donna.

  • Il secondo titolo è “La doppia ora” (6 novembre), di Giuseppe Capotondi, in uscita a novembre. Un film descritto come “una storia nera dai contorni gialli”. Un thriller la cui trama non farebbe pensare ad una produzione italiana.


Solitamente il Cinema italiano riesce, nonostante tutto, a produrre in media due film decenti all'anno, ipocritamente spacciati poi come la prova che il Cinema italiano funziona. Forse non sono questi due film che giustificheranno un anno di soldi buttati nelle solite produzioni ininfluenti (che non ottengono il minimo interesse all'estero), ma almeno l'idea originale di entrambi incuriosisce e sembra avere buone potenzialità per ottenere successo.