venerdì 6 novembre 2009

Capitalism: A Love Story

CAPITALISM: A LOVE STORY


Il 30 ottobre è stato distribuito nei cinema italiani il nuovo film-documentario di Michael Moore: "Capitalism: a love story".
Opera fondamentale, mostra la situazione economica e sociale imposta dal capitalismo e dominante nelle società "occidentali".

Michael Moore già aveva trattato alcuni aspetti di questa tematica 20 anni fa, con il film "Roger & Me", con cui, trattando la crisi che aveva colpito Flint, mostrava come gli Stati Uniti si basassero su un sistema insostenibile che portava all'impoverimento di intere città, fino a trasformarle in città fantasma (mentre la gente veniva sbattuta in mezzo alla strada).
Aveva accennato al problema della ricerca esclusiva di profitti anche in "Sicko", con cui mostrava come il sistema capitalista fosse stato applicato alla sanità, senza alcun beneficio alla collettività (anzi!).

Facendo qualche accenno anche a questi due suoi precedenti fim, Moore torna a mostrare come il sistema capitalista, con "libero mercato" unito a deregolamentazione e basato esclusivamente sulla ricerca di profitto a scapito delle vite umane e dello sviluppo della società, sia un sistema criminale, immorale, dannoso e ingiusto.
Dopo 20 anni dal suo primo avvertimento, purtropo il sistema non è cambiato, ma si è diffuso arrivando al livello critico attuale.
Viene sottolineato che negli Stati Uniti (come in Italia, del resto), a dominare sono gruppi d'affari, non il popolo come prevederebbe la "democrazia". Questo fa sì che le leggi favoriscano quei gruppi, società e banche che cercano profitto e non si pensa ai lavoratori che vengono licenziati anche se produttivi, non si pensa alle famiglie sfrattate perché truffate dalle banche, ecc.
Negli Stati Uniti alcune aziende sono arrivate a fare assicurazioni sulla vita per i dipendenti dei livelli più bassi, i cui beneficiari erano le aziende stesse, di modo che i dirigenti avrebbero guadagnato dalla morte dei propri dipendenti (mentre spese mediche e burocratiche restavano comunque a carico delle ignare famiglie dei defunti).
Per non parlare della sanità a scopo di lucro (trattata in "Sicko") che arriva a contrastare chi ha bisogno di cure.

Purtroppo, però, quello che sta avvenendo nella società "occidentale", è una triste ripetizione di ciò che avveniva nel '29 negli Stati Uniti e che avrebbe dovuto mettere in guardia affinché non si ripetesse ciò che invece sta accadendo.
Ma avvertimenti e mòniti per cercare il benessere comune e non il profitto, c'erano già da secoli. Almeno dal '700, quando i valori della ricerca del bene comune furono inseriti anche nella Costituzione statunitense.
Per non parlare del messaggio evangelico (a cui accenna Michael Moore nel film), che dice di occuparsi dei poveri e degli ammalati, e che non si può servire Dio e mammona.
Purtroppo, si apprende che a Wall Street (che ha influenzato la politica statunitense e non solo), il mercato e quindi il denaro è venerato, Wall Street è considerato un luogo sacro (!) dai criminali che stanno distruggendo il pianeta e la società mondiale.
Tra Dio e mammona, è evidente quale è stata la scelta fatta dai gruppi d'affari che governano i paesi "occidentali".

Moore conclude indicando una possibile soluzione (abbastanza simile a quella indicata da altri anche in Italia): unirsi nella protesta per ottenere giustizia e democrazia, ma anche votare per le persone giuste ogni volta che se ne ha la possibilità, perché se si continua a votare sempre più verso i gruppi d'affari che hanno governato fin ora (i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti), il cambio di rotta difficilmente si può ottenere (anche perché chi ci sta guadagnando non ha alcuna intenzione di spartire i propri privilegi con altri, come qualcuno spera votandoli).

Film indispensabile, da vedere!


Clicca qui per vedere gli orari di programmazione nei cinema di Roma.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.