lunedì 13 dicembre 2021

Cowboy Bebop - Anime vs. Live Action

Poche settimane fa, su Netflix è stato distribuito un altro remake di un anime di successo: stavolta si tratta di "Cowboy Bebop", quello che è considerato da molti «uno dei migliori anime di tutti i tempi».

A quanto pare, i giudizi di critica e pubblico (voto medio intorno a 5/10 circa), uniti al basso numero di visualizzazioni, hanno spinto Netflix ad annunciare quasi istantaneamente la cancellazione della seconda stagione. (https://www.comingsoon.it/serietv/news/netflix-cancella-cowboy-bebop-dopo-una-sola-stagione-la-reazione-del-cast/n132668/).

A questo punto, però, bisogna fare alcune considerazioni.

Innanzitutto, c'è da dire che non si capisce bene il motivo per cui Netflix continui a realizzare "remake" (perché di questo si tratta, non di "trasposizione" o "adattamento") di capolavori di successo, dato che finiscono per essere sempre dei flop. A parte, ovviamente, quello di incrementare l'archivio dell'offerta disponibile e ottenere un certo risalto mediatico (soprattutto preventivo, dato che dopo la distribuzione gli articoli parlano di flop e di cancellazioni dei sequel, che non sono esattamente una pubblicità molto positiva).

E' vero che questa volta non ci si trova di fronte ad una porcheria come "American Death Note"... Però comunque non si tratta di una trasposizione, per cui una ricezione negativa da parte dei fan (che erano il principale target a cui puntava la serie) c'era da aspettarsela.

***Spoilers alert*** Da qui l'articolo contiene spoiler!

L'anime era un'opera molto psicologica: nonostante l'azione e le gag, c'era un aspetto introspettivo molto profondo. L'amore perduto, il dubbio e il rimpianto che si trasformano in un'ossessione, un pensiero fisso che tortura il protagonista al punto da cercare distrazioni anche in attività rischiose pur di riuscire a staccarsi da quei pensieri almeno per qualche momento ed avere un pò di sollievo prima di ricadere inesorabilmente nel dolore e nella disperazione. Poi c'è l'amore ritrovato, il sogno di recuperare il tempo perso, la speranza di un futuro migliore... il tutto spezzato dalla sua nemesi che lo getta in uno sconforto ancora peggiore, senza più né dubbi né speranze. Una disperazione che porterà il protagonista ad un gesto estremo, ormai condannato ad una vita che non può essere altro che un incubo, in cui la realtà è un contorno offuscato ed insignificante. Così tenta di porre fine a tutto anche se ciò può comportare la sua stessa morte; un finale in cui torna a sentirsi vivo solo nell'atto del morire. Con la morte che, come dice lo sciamano nell'ultimo episodio, diventa una protezione contro la sofferenza.

Insomma, un aspetto profondo, drammatico, estremamente complesso e che in tanti magari neanche riescono a cogliere appieno. Tutto ciò è stato epurato dalla serie Netflix, che ha trasformato il tutto in una serie quasi "per famiglie" (quasi, date le scene estremamente macabre, spesso superflue, che sono state inserite). Quindi la profondità psicologica lascia il passo alla commedia e al macabro, forse per andare incontro al pubblico dei giovani statunitensi e simili, quel genere di pubblico che si diverte a passare le serate guardando gli horror e le parodie... E che però forse non è esattamente il pubblico che guarda anime e relative trasposizioni/remake...

Quindi, il confronto tra la serie e l'anime non regge, come era prevedibile nonostante l'incredibile hype che aveva generato l'annuncio di questa serie. Si è puntato ad attrarre i fan con un'opera che è più accondiscendente verso i meno nerd e quindi i meno interessati alla serie... Un controsenso. Cerca di attrarre inutilmente un pubblico non interessato scontentando (e quindi perdendo anche) chi invece era più che interessato.

Ma, a parte questo (anche se non è poco), non è tutto da buttare. E' vero che c'è una grande differenza con l'anime e che si è cercato di fare un certo tipo di intrattenimento modificando alcuni personaggi e alcuni eventi, però è anche vero che:

  1. Con questa serie, le modifiche della trama e il finale aperto, viene data l'opportunità di rivedere quei personaggi tanto amati nell'anime e di lasciare anche uno spiraglio per eventuali stagioni future, in modo da poter eventualmente ritrovarli e continuare a seguirli (l'affezione del pubblico verso i personaggi è risaputa quantomeno dai tempi del teatro e dell'Opera, per passare poi al Cinema e alla televisione...). Restando fedeli all'anime, questo spiraglio non ci sarebbe stato visto che sostanzialmente moriavno quasi tutti i protagonisti (Spike, Lucius, Giulia, Ani...). In questa serie Netflix, invece, grazie a certe modifiche di trama non vengono fatti morire i protagonisti consentendo l'eventuale realizzazione almeno di una seconda stagione (cosa che non avverrà lo stesso, ma la possibilità c'era). La ciurma semplicemente si divide, Valentine va in cerca delle sue origini, Giulia "diventa malvagia", Lucius viene imprigionato, Ani se la cava... Inoltre la ragazzina Ed compare soltanto nella scena finale (mentre nell'anime era diventata un membro stabile della ciurma del Bebop), per cui chiaramente c'erano svariate trame aperte da sviluppare in una stagione 2... Insomma, interpretandolo come remake / storia-alternativa per poter portare avanti questi personaggi più a lungo, diciamo che ci può anche stare.
  2. Cast epico. I vari attori sono perfetti nei vari ruoli. Non importa se avrebbero potuto scegliere altri interpreti o chissà cosa. L'importante è che in questo caso gli attori sono ottimi, giusti nel ruolo, ben calati nella parte e credibili. Per quanto ci si possa magari trovare in disaccordo sulle modifiche rispetto alla trama originaria, difficile mettere in dubbio la scelta finale degli interpreti. Veramente stupendi tutti nei loro ruoli, al punto che rivederli in azione effettivamente non sarebbe dispiaciuto.

Quindi, è vero che la trama è molto diversa, ma spesso si è trattato di espedienti per alleggerire l'aspetto psicologico, cercare di raggiungere un pubblico più vasto, evitare l'epilogo drammatico dell'anime, e consentire di riportare in auge e per più tempo certi personaggi tanto amati e apprezzati.

La reazione del pubblico e la decisione di non finanziare una seconda stagione (interrompendo di fatto tutti i possibili sviluppi rimasti in sospeso: che succederà a Julia? Dove approderà Valentine? Chi è Ed e come verrà coinvolta?) fa sorgere due spunti di riflessione importanti:

  1. Hanno davvero senso i remake (soprattutto se di capolavori irraggiungibili)? In decenni di crisi artistica statunitense, abbiamo visto un moltiplicarsi di remake, reboot e sequel: qualsiasi cosa pur di sfruttare idee di successo del passato, sfruttarne l'appeal e la fama pur di fare soldi facili col minimo sforzo, anche quando il giudizio finale già si sa che sarà negativo. Chiaramente i sequel sono quelli che hanno un senso maggiore dato che non rinnegano quanto fatto in precedenza: a volte non riescono benissimo e magari sono vistosasmente fatti con poche idee giusto per fare soldi sfruttando idee vecchie (Jurassic Park 2 e 3, per esempio, o Grease 2 e simili), altre volte invece hanno un'idea originale solida che giustifica il tutto (per esempio "Jurassic World", oppure "Ghostbusters Legacy"). Per quanto riguarda i remake, invece, possono avere senso se l'opera originaria era stata un flop, non era all'altezza, aveva delle potenzialità inespresse per cui non era stato possibile apprezzarla appieno. Nel caso in cui, però, l'opera originaria si è già rivelata come un capolavoro indiscusso ed ineguagliabile ("Titanic", se proprio vogliamo fare un esempio), qualsiasi remake non apporterebbe niente di innovativo, nessun miglioramento, nessun elemento che possa competere con il predecessore. Ed il confronto ovviamente sarebbe inevitabile, a parte per qualche giovanissimo spettatore senza basi di confronto, e quindi anche la valutazione negativa sarebbe inevitabile. (Lo si è visto con i tanti tentativi di remake fatti dalla Disney, tipo "Aladdin", che lo si va a vedere solo se si è fan di Will Smith o perché era il "film del momento"... Ma per il resto, non c'è l'epicità dell'originale, la magia e innovazione che si respirava con il cartoon, e alla fine resta ben poca cosa).
  2. Possibile che non si possa evitare che Netflix continui a produrre delle serie che poi interrompe arbitrariamente lasciando spunti e trame irrisolti? Uno dei casi più eclatanti era stato quello di Sense8, chiuso dopo la seconda stagione (nonostante la trama non fosse conclusa) portando alla "rivolta" dei fans che "costrinsero" Netflix ad accordare almeno un episodio speciale che, in un unico appuntamento, chiudesse (frettolosamente) la storia. Se Netflix si è mossa, probabilmente i fans non erano neanche troppo pochi, altrimenti un colosso del genere non avrebbe dato peso alle proteste. Ma allora perché cancellare le serie che hanno anche un buon séguito senza portare a termine le trame? Non è possibile mettere qualche clausola per non permettere questo genere di cose, o slegare il prodotto dai capricci di questi produttori?

Insomma, si tratta di un remake, ma comunque, nonostante le differenze rispetto all'originale, incredibilmente risulta anche abbastanza piacevole, gli attori e i personaggi non sono male e non dispiacerebbe rivederli.

Ma, se dopo solo 3 settimane hanno già dichiarato la cancellazione del sequel, come si può attirare pubblico su una serie che già la si sta dando per morta? Ed avrebbe senso guardarla in massa per cercare di convincere Netflix a tornare sulla sua decisione, sapendo però che c'è il rischio concreto che ciò non accada e che quindi si rimanga con l'amaro in bocca a causa di tutte le trame in sospeso che non verranno mai proseguite?

Probabilmente sarà un'altra brutta pagina della storia di Netflix.

Giudizio: 3 stelle e mezza.

PS: capitolo a parte, ci sarebbe anche il problema del doppiaggio "a basso costo", diciamo così, a cui ricorre Netflix (dopo casi come "Cavalieri dello zodiaco", in cui il protagonista aveva una voce improponibile, o anche "Murder Mystery", in cui vengono aggiunte frasi inopportune extra senza motivo...): questa volta, lascia un pò perplessi la decisione di tradurre, ad inizio del primo episodio, "corporations" con "organizzazioni mafiose"... Certo, magari in alcuni casi cambia ben poco, forse solo la nazionalità di appartenenza, ma comunque fa storcere un pò il naso questa "non traduzione" e fa aumentare i dubbi sull'affidabilità dei dialoghi in questa e in altre serie targate Netflix... Quante frasi saranno state stravolte? Quanto di quello che ci viene fatto sentire nel doppiaggio italiano esiste anche nella versione originale?...

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